Sabato 27 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Verso una tregua più lunga. Netanyahu dice sì a Biden: "Devono essere liberati dieci ostaggi al giorno"

Rilasciate altre 14 persone. Telefonata del presidente Usa per prorogare il cessate il fuoco . Anche Hamas pronta a trattare. Il primo ministro israeliano a Gaza: "Avanti fino in fondo". .

Verso una tregua più lunga. Netanyahu dice sì a Biden: "Devono essere liberati dieci ostaggi al giorno"

Verso una tregua più lunga. Netanyahu dice sì a Biden: "Devono essere liberati dieci ostaggi al giorno"

La tregua va, e con ogni probabilità sarà estesa. Nel terzo giorno di cessate il fuoco dei quattro previsti Hamas ha liberato 14 israeliani: nove bambini (tra loro la americana-israeliana Avigail Idan, 4 anni, rimasta orfana di entrambi i genitori), due madri, due donne anziane (una delle quali, 84 anni, ricoverata in gravi condizioni) e un russo-israeliano (che è “fuori quota“ nell’accordo ed è stato rilasciato, ha spiegato Hamas, "in omaggio agli sforzi del presidente Putin e in segno di rispetto per la posizione della Russia") oltre a 3 thailandesi. In cambio Israele ha rilasciato di 39 detenuti palestinesi che si trovavano nelle carceri israeliane, tutti maschi e minorenni.

Hamas ha annunciato formalmente in un comunicato la volontà di estendere la tregua oltre il periodo iniziale di quattro giorni "per garantire il rilascio di altri prigionieri palestinesi": per ogni giorno in più di tregua, Hamas si impegna a rilasciare altri 10 ostaggi. Per valutare questa ipotesi ieri sera si è riunito il gabinetto di guerra israeliano che potrebbe non dover neppure votare l’estensione dato che il mandato da lui approvato fissa come limite massimo di durata della tregua 10 giorni, con un rilascio di un massimo di 300 detenuti palestinesi (e sinora ne sono stati liberati 117).

Attualmente restano nelle mani di Hamas e delle altre organizzazioni terroristiche di Gaza altri 177 ostaggi: 18 bambini, 43 donne e 116 uomini. La liberazione di tutte le donne e di tutti i bambini sarebbe quindi fattibile se si estendesse la tregua a 10 giorni. Gli Stati Uniti premono fortemente per questo e così Qatar, Egitto, Ue, Iran, Turchia. "Il nostro obiettivo – ha detto il presidente americano Joe Biden che ha sentito l’emiro del Qatar, Al Thani, e il premier israeliano Netanyahu – è estendere la tregua oltre domani (oggi per chi legge, ndr). Estendere la tregua permetterebbe di facilitare il rilascio di altri ostaggi e far entrare più aiuti a Gaza. Penso che tutti gli attori della regione vogliano solo la liberazione di tutti gli ostaggi e che Hamas non controlli più Gaza".

Dopo la telefonata con Biden, Netanyahu ha di fatto dato parere favorevole. "Ho detto – si legge in una nota – al presidente Biden: c’è un piano di intesa, prevede la liberazione di 10 ostaggi per ogni giorno ulteriore di tregua. Tutto ciò è certo positivo. Ma ho anche detto – ha precisato – che alla fine di quel piano riprenderemo con tutta la forza per conseguire gli obiettivi della guerra".

Per consolidare questa ipotesi entro domani il segretario di Stato Blinken sarà di nuovo in Israele, dove affronterà anche il delicato tema dell’assetto futuro della Striscia. È infatti molto interessante, relativamente all’assetto di Gaza, quanto ha detto ieri il premier palestinese Abu Mazen, leader dell’Anp che – fiera nemica di Hamas – governa in Cisgiordania: "La Striscia di Gaza dovrebbe essere posta sotto il controllo e la sovranità dell’Autorità Palestinese. Gaza è una parte inseparabile dello Stato palestinese ed è impossibile appoggiare i piani dell’occupazione israeliana di separare Gaza dalla Cisgiordania ".

Quella che prospetta Abu Mazen è una Gaza senza Hamas che ritorni nella mani dell’Anp. È una soluzione che Israele non vuole ("l’Anp, nel suo assetto attuale, non è in grado di assumere la responsabilità su Gaza" ha detto giorni fa Nethanyahu) ma è interessante che il 20 novembre, l’Autorità nazionale palestinese ha cancellato il comunicato (che aveva fatto infuriare Israele) con cui negava la responsabilità di Hamas nella strage del 7 ottobre al festival di musica nel kibbutz Reim, attribuendolo invece "a un elicottero israeliano". È la riprova che da giorni, su pressione degli americani e degli egiziani, l’Anp tenta di prendere le distanze da Hamas e di candidarsi al governo di Gaza. Ma convincere Tel Aviv non sarà facile.