Venerdì 21 Marzo 2025
REDAZIONE ESTERI

Verso i colloqui Mosca-Washington. Zelensky: non cedo centrali nucleari

Confermato l’incontro di lunedì a Riad tra russi e americani, ma non cessano i bombardamenti sul campo. Trattativa in salita, Kiev chiude a Trump su Zaporizhia e gli altri impianti: "Sono dell’Ucraina o di nessuno".

Confermato l’incontro di lunedì a Riad tra russi e americani, ma non cessano i bombardamenti sul campo. Trattativa in salita, Kiev chiude a Trump su Zaporizhia e gli altri impianti: "Sono dell’Ucraina o di nessuno".

Confermato l’incontro di lunedì a Riad tra russi e americani, ma non cessano i bombardamenti sul campo. Trattativa in salita, Kiev chiude a Trump su Zaporizhia e gli altri impianti: "Sono dell’Ucraina o di nessuno".

di Patrick ColganROMANon sarà un affare solo fra Stati Uniti e Russia, almeno sulla carta. Ci sarà anche l’Ucraina lunedì a Riad, in Arabia Saudita, per trattare la proposta di tregua ‘parziale’ fra i Paesi in conflitto. Kiev non negozierà però direttamente con i Russi ma con gli americani. Ma anche se si continua a parlare di pace o di tregua parziale, sullo sfondo non si ferma il fragore di artiglierie e bombardamenti. Solo nella notte fra mercoledì e giovedì, 175 droni sono stati lanciati dalla Russia sulle città ucraine (circa 65 sono stati neautralizzati dalla contraerea mentre altri 65 non hanno fatto danni), mentre un altro massiccio attacco è stato lanciato dall’Ucraina sull’aeroporto di Engels, nella regione russa di Saratov. I russi hanno parlato di 132 droni abbattuti e 10 feriti.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato molto duro in un messaggio su Telegram: "Gli attacchi della Russia contro l’Ucraina continuano, nonostante le sue dichiarazioni propagandistiche. Ogni giorno e ogni notte ci sono un centinaio o più di droni e gli attacchi missilistici non si fermano. Con ogni lancio di questo tipo, i russi mostrano al mondo il loro vero atteggiamento nei confronti della pace". Ieri Zelensky era in visita a Oslo per un incontro con il primo ministro Jonas Gahr Store e ha parlato anche della telefonata con il presidente americano Donald Trump di mercoledì. Chiarendo che non si tratta sulla centrale nucleare di Zaporizhia – la più grande d’Europa, inattiva dal 2022 e controllata dai russi. Trump aveva suggerito che il suo Paese potrebbe prenderne possesso. "Non ne discuteremo: ha chiarito Zelensky –. Oggi abbiamo 15 reattori nucleari in funzione. Tutto questo appartiene al nostro Stato". Il leader di Kiev ha precisato che al telefono non si è parlato di proprietà dell’impianto. Ma ha chiarito di aver dato una risposta netta quando Trump gli ha chiesto cosa pensasse della centrale: "Se non appartiene all’Ucraina, non funzionerà per nessuno".

Zelensky ieri ha poi parlato in videocollegamento con i leader dei Paesi del Vecchio continente riuniti a Bruxelles per il Consiglio Europeo. E ha fatto richieste molto chiare. Innanzitutto di continuare a mantenere la pressione sulla Russia: "È importante per ridurre le possibilità di inganno da parte di Mosca, dobbiamo continuare a spingerla verso la pace". Poi, più concretamente, chiede che l’Ue fornisca "il prima possibile" un sostegno di almeno 5 miliardi di euro per acquistare le munizioni d’artiglieria". Questo sarebbe il piano dell’Alto rappresentate per la politica Estera, Kaja Kallas, rimaneggiato più volte e infine presentato alla vigilia del vertice senza una cifra esatta ma riportando il numero di 2 milioni di munizioni chieste da Kiev. I Paesi però non hanno preso impegni chiari su questo punto.

Ora i riflettori si spostano su lunedì: sul secondo giro di consultazioni in Arabia Saudita. La novità è che russi e ucraini saranno contemporaneamente a Riad, anche se con delegazioni ‘tecniche’, quindi non al più alto livello di funzionari come nei precedenti incontri. Mosca ha fatto sapere che sarà rappresentata da Grigory Karasin, presidente della Commissione per gli affari internazionali del Senato, e Sergei Beseda, consigliere del capo dei servizi dell’Fsb. Sul tavolo, due dossier paralleli ma collegati. Da un lato il via al cessate il fuoco di 30 giorni limitato alle infrastrutture energetiche, concordato da Trump nelle ultime telefonate con Putin e Zelensky. Dall’altra, l’avvio di una discussione su una tregua estesa in mare. E nel frattempo, il presidente Usa è tornato a parlare di terre rare: "Una delle cose che faremo molto rapidamente è concludere un accordo con l’Ucraina sulle terre rare, che sono incredibilmente preziose".