Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Inquinamento, scoperta una larva ghiotta di buste di plastica

La larva del bruco della falena della cera divora il polietilene. Speranze per gli oceani soffocati dalla plastica

La larva di un bruco della falena della cera mangia la plastica (da youtube)

Parigi, 24 aprile 2017  - La Natura rimedia sempre ai danni dell'uomo, questa convinzione, che probabilmente è colpevolmente alla base dell'inquinamento mondiale, viene riproposta dalla larva di un bruco ghiotta di plastica!

La larva in questione è quella di un bruco della falena della cera prodotta dalle api nelle loro arnie, ed è usato come esca anche dai pescatori. A scoprire l'insaziabile appetito dellla larva di bruco per la plastica comune, il polietilene, impiegata per realizzare le buste da supermercato è stato il caso. 

Alla fortunata scoperta è seguito uno studio effettuato a Cambridge, Inghilterra, che ha mostrato come l'insetto, allo stato larvale, potrebbe essere utile per distruggere le tonnellate di plastica che si accumulano negli oceani. 

Certo che bisogna accertare quale sia processo con cui le larve riescono smantellare la struttura e a nutrirsi della plastica, ma il vantaggio ambientale sarebbe importante: il polietilene rappresenta il 40% della plastica prodotta in Europa sia per le buste che per gli imballaggi e normalmente ci mette anni per degradarsi.

Nelle prove è stato verificato che, se aggredito dal verme della cera 'Galleria mellonella',  la busta si disintegra. Come detto il caso è stato alla base della scoperta, avvenuta a casa del capo della squadra, Federica Bertocchini, biologa all'Istituto di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria in Spagna. La Bertocchini, da buon apicoltore, usava ripulire le arnie dalle larve della falena della cera, accumulandole in buste di plastica: "Dopo un poco ho notato che la busta era piena di buchi e questi bruchi che pasteggiavano con la plastica". 

Gli esperimenti hanno mostrato come posizionando le larve su una normale busta di plastica dopo 40 minuti apparivano i primi fori. Dodici ore dopo i bruchi avevano divorato 92 milligrammi di polietilene.