Roma, 30 settembre 2024 – L’Italia è ancora sotto choc per i cartelli antisemiti contro la Senatrice Liliana Segre. A Marzabotto, il Presidente Federale della Germania, Frank-Walter Steinmeier, insieme con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno pronunciato parole potenti, mettendo in guardia sul rischio del ritorno della xenofobia e del razzismo. Eppure, una parte consistente di Europa non li ascolta. Dopo i lander tedeschi della Turingia, Sassonia e Brandeburgo, anche le elezioni parlamentari in Austria ieri hanno fatto registrare un exploit dell’estrema destra. Il Partito della Libertà (FPÖ) è la prima formazione politica del Paese, con il 29,1% dei voti.
Tecnicamente, non ha i numeri per governare, ma il suo leader, Herbert Kickl, ha dichiarato di essere pronto a parlare con tutti per dare vita all’esecutivo. Si tratta di una brutta notizia per l’Austria e per la Ue. Kickl è un noto estimatore del premier ungherese, Victor Orban, di cui condivide le posizioni sui migranti e l’atteggiamento indulgente nei confronti della Russia di Putin. Il cammino per questa Europa, che deve trovare il suo posto in un mondo multipolare sempre più complesso, è tutto in salita.
Quella che, nelle speranze di molti, dovrebbe trasformarsi in una Ue più compatta e in grado di esprimere una propria politica estera e di difesa, si sta rinchiudendo nei confini dei singoli Stati, in preda a movimenti sovranisti che, nel caso dell’Austria e della Germania, fanno leva su razzismo, disinformazione, e paura dello straniero. Bruxelles non ha saputo comunicare quanto fatto in questi anni per il benessere di chi vive sul suo territorio. Ma non è l’unica causa.
Una riflessione su come sia stato possibile arrivare a questo livello va fatta e diventerà ancora più urgente se, come temono in molti, la prossima grande affermazione dell’ultra destra sarà in occasione delle elezioni federali in Germania il prossimo anno.