Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Vaiolo delle scimmie, l’Oms dichiara lo stato d’emergenza sanitaria mondiale. Bassetti: “Rischi anche per l’Italia”

In Africa dichiarata la crisi sanitaria continentale, con 15mila casi da inizio anno. Aumentano gli infetti anche in Brasile

Il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato emergenza sanitaria continentale dal Cdc africano

Il vaiolo delle scimmie è stato dichiarato emergenza sanitaria continentale dal Cdc africano

Roma, 14 agosto 2024 – L’Oms oggi ha dichiarato per il vaiolo delle scimmie lo stato d’emergenza sanitaria mondiale partendo dall’Africa, mentre corrono i contagi in Brasile.  E i timori si affacciano anche in Europa.

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Dunque per l’Organizzazione mondiale della sanità la rapida diffusione del Mpox nei paesi africani costituisce un’emergenza sanitaria globale. Questa è la seconda volta in tre anni che l’OMS ha designato un’epidemia di mpox come un’emergenza globale. In precedenza lo aveva fatto nel luglio 2022. L’epidemia ha colpito quasi 100.000 persone, principalmente uomini gay e bisessuali, in 116 paesi, e ha ucciso circa 200 persone, riporta il New York Times. La minaccia questa volta è più letale.

Le parole dell’Oms

Preoccupata dall’aumento dei casi nella Repubblica Democratica del Congo e dalla diffusione nei paesi vicini, l’OMS ha convocato d’emergenza una riunione di esperti per studiare l’epidemia. “Oggi, il comitato di emergenza si è riunito e mi ha informato che, a suo avviso, la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Ho accettato tale consiglio”, ha detto il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus in una conferenza stampa. Si tratta del livello di allarme più alto ai sensi dei Regolamenti sanitari internazionali, che sono legalmente vincolanti per 196 paesi.

Le parole di Josep Borrell e di Bassetti

Secondo Josep Borrell l’epidemia di Mpox “è un'emergenza sanitaria in Africa: servono 10 milioni di vaccini per controllarla". L'alto rappresentante Ue scrive su X. "È urgente un'azione e una solidarietà globale. In prima linea in questo sforzo, l'Hera dell'Ue ha lavorato con i partner per assicurare 215mila dosi di vaccino da donare all'Africa Cdc e ai Paesi colpiti".

I contagi in Brasile

In Brasile, il virus è riapparso con un numero di casi medio compreso tra 40 e 50 al mese. Si tratta di numeri al momento “modesti, ma non trascurabili”, ha detto il ministro della Salute brasiliano. Nell'estate del 2022, il Paese era arrivato a registrare 10 mila casi al mese.

"Senza sottovalutare assolutamente i rischi di questa nuova epidemia né il rischio di una pandemia, in Brasile non riteniamo ci sia ancora uno scenario che faccia temere un'impennata dei casi", ha dichiarato Draurio Barreira, direttore del Dipartimento per l'Hiv, l'Aids, l'epatite virale e le infezioni sessualmente trasmissibili dal ministero.

I contagi in Africa

La situazione è ben più drammatica nel continente africano, dove si assiste a un aumento senza precedenti di contagi. L'emergere di un nuovo ceppo, più pericoloso di quello diffusosi tra il 2022 e il 2023, e l’impennata di casi hanno portato i Paesi africani a dichiarare il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria pubblica per la sicurezza continentale

"Questa dichiarazione non è semplicemente una formalità, è un chiaro invito all'azione. Dobbiamo essere proattivi e aggressivi nei nostri sforzi per contenere ed eliminare questa minaccia", ha affermato Jean Kaseya, direttore generale del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Cdc) africano.

I rischi per l’Italia

Il virologo Matteo Bassetti ha sottolineato che il virus potrebbe diventare un problema anche per l’Italia: l’mpox è diffuso in paesi “che hanno scambi commerciali con l'Europa e l'Italia, questo ceppo nuovo di Mpox potrebbe diventare un problema anche da noi”.  Inoltre, “potrebbero esserci per i casi d'importazione legati ai viaggi”, aggiunge Bassetti. 

Il nuovo ceppo

Il nuovo ceppo Clade 1b ha fatto crescere la preoccupazione perché più virulento di quello diffusosi nel 2022 e 2023 in tutto il mondo: si trasmette con più facilità, per esempio attraverso i contatti ravvicinati. A differenza del ceppo Clade 2b, già conosciuto, non si diffonde necessariamente attraverso rapporti sessuali. 

Clade 1b è la variante del virus che negli ultimi mesi ha fatto salire i contagi a partire dalla Repubblica Democratica del Congo, che costituisce l’epicentro della pandemia. I numeri dei contagi non sono certi: l’ultimo bollettino dell'Oms stimava per il mese di giugno 567 contagi nel continente africano. Si tratta però certamente di una stima per difetto.

Il Cdc parla infatti di circa 15 mila casi nel continente dall'inizio dell'anno e di 461 decessi. A preoccupare non è solo la dimensione dei contagi: il virus sta mostrando la capacità di varcare i confini e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente. Nell'ultima rilevazione dell'Oms, per esempio, anche Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda riportano i primi contagi.

Le nuove vittime

Anche il profilo delle persone contagiate è completamente diverso da quello osservato tra il 2022 e il 2023. In quel caso a essere più colpiti erano i maschi adulti; oggi tra le vittime principali ci sono i minori: secondo i dati diffusi dall'Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati dall'inizio dell'anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardavano bambini con meno di 5 anni di età.

"Questo è un vaiolo diverso rispetto a quello delle scimmie che aveva riguardato nel 2022 per la maggior parte uomini che fanno sesso con altri uomini, quindi una malattia trasmissibile non solo con i rapporti sessuali”, spiega ancora Bassetti, “sta colpendo i bambini e le donne in gravidanza”. Secondo il direttore Malattie infettive del San Martino di Genova, “l’Oms farebbe bene a rimettere nell’agenda futura le vaccinazione contro l’mpox”. 

L’allarme è stato lanciato anche da Save the Children, che ha riferito che sono ricoverati per il contagio anche neonati di appena due settimane: “Il caso peggiore a cui ho assistito è quello di un bambino che aveva solo due settimane quando ha contratto l'mpox”, riporta Jacques, epidemiologo ed esperto di mpox presso un partner di Save the Children. "Aveva eruzioni cutanee su tutto il corpo, la febbre alta e la pelle cominciava ad annerirsi" ha raccontato il medico.

Questa "non è semplicemente un'altra sfida ma è una vera crisi che richiede un'azione politica collettiva", ha detto Jean Kaseya. "Ma lasciatami essere chiaro: questo non è solo un problema dell'Africa, mpox è una minaccia globale", ha concluso