Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Soleimani, Usa inviano nuove truppe in Medio Oriente. Ue: "Evitare escalation"

Folla a Baghdad per il funerale. Rohani: "Usa vedranno effetti di questa azione negli anni a venire". Monito di Cina e Russia a Washington

Folla ai funerali del generale Soleimani (Ansa)

Folla ai funerali del generale Soleimani (Ansa)

Baghdad 4 gennaio 2020 - Circa 2.800 militari statunitensi sono in viaggio per il Medio Oriente, dove il livello di tensione resta altissimo dopo il raid nel quale gli Usa hanno ucciso il generale iraniano Soleimani, capo delle forze d'elite delle Guardie della Rivoluzione "in un attacco di precisione con un drone". Il Pentagono ha spiegato che le ulteriori truppe saranno dispiegate a protezione delle sedi diplomatiche e degli interessi americani nell'area. Lo stesso dipartimento della Difesa ha anche reso noto che l'attacco di ieri è stato deciso dal presidente Donald Trump, perché Soleimani voleva uccidere diplomatici americani. E mentre si susseguono i colloqui internazionali per cercare di disinnescare una spirale di violenze, a Baghdad sono già stati lanciati i primi attacchi contro obiettivi americani: uno nella Green Zone e uno contro la base aerea Balad, che ospita anche militari statunitensi.

Non mancano poi le proteste anche negli Usa contro il raid dell'amministrazione Trump. Centinaia di persone si sono radunate davanti alla Casa Bianca, dove ha preso la parola anche l'attrice-attivista Jane Fonda, a New York (davanti alla Trump Tower e a Times Square) e in altre 70 città americane. Gran parte delle iniziative sono sponsorizzate da Answer Coalition, la popolare organizzazione pacifista nata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. 

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Appelli di Ue, Cina e Russia

"Ho parlato con il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif e ho sottolineato la necessità di ridurre le tensioni, esercitare la moderazione ed evitare un'ulteriore escalation", scrive su Twitter l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell. Il responsabile della politica estera dei 28 Paesi spiega che nel colloquio si è anche discusso "dell'importanza di preservare l'accordo sul nucleare, che rimane cruciale per la sicurezza globale. Sono impegnato nel ruolo di coordinatore". 

Il governo di Pechino invece sollecita Washington "a non abusare della forza militare" ed esorta a ricorrere al "dialogo" per risolvere le crisi internazionali. In una serie di colloqui telefonici con Mosca e Teheran, il ministro degli Esteri, Wang Yi, ha fatto sapere che "la Cina si oppone all'uso della forza militare nelle relazioni internazionali. Colpi di mano militari sono inaccettabili". Sulla stessa linea anche la Russia, che attraverso il ministro Sergey Lavrov ha definito le azioni degli Stati Uniti una "grave violazione delle norme fondamentali del diritto internazionale".

L'Iran promette vendetta

L'Iran, dal canto suo, promette vendetta. Gli americani "non si sono resi conto di quale grande errore" hanno fatto. "Vedranno gli effetti di questa azione criminale non solo oggi, ma negli anni a venire", ha dichiarato il presidente iraniano, Hassan Rohani, nel corso di una visita ai familiari del generale. "Il crimine dell'America rimarrà nella storia tra i più grandi commessi contro il popolo iraniano", ha aggiunto Rohani, secondo il quale oggi gli Stati Uniti sono "più odiati" dagli iraniani e dagli iracheni. Teheran ha poi nominato il generale Esmail Qaani è stato nominato nuovo comandante della Forza Quds dei Pasdaran, che hanno invitato gli Usa a "comprare bare per i loro soldati". 

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Funerali Soleimani

Migliaia di iracheni partecipano questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Soleimani gridando - tra la sua bara e quella del suo principale luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis - "morte all'America". Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni, tra cui il primo ministro iracheno, Adil Abdul Mahdi. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia.

Il giallo del nuovo raid aereo

Notizie contrastanti giungono da varie fonti circa il raid aereo Usa di ieri sera a Camp Taji, a nord di Baghdad con sei morti e tre feriti, in cui sarebbe rimasto ucciso un comandante del gruppo paramilitare filo-iraniano Hashed Al Shaabi, Shibl al Zaidi. Il portavoce della coalizione anti-Isis Myles B. Caggins III ha negato, in un tweet, che vi sia stato alcun raid della coalizione negli ultimi giorni nella zona. Le Unità di mobilitazione popolare (Pmu), milizie paramilitari irachene filo-iraniane, che fanno parte del gruppo Hashed Al Shaabi, hanno negato da parte loro che il raid abbia preso di mira loro combattenti, ma che sarebbe invece stato attaccato un convoglio di medici. Una smentita è giunta poi anche dall'esercito iracheno, secondo il quale non vi sarebbe stato alcun attacco aereo Usa su un convoglio medico.

Coalizione anti-Isis ridimensiona operazioni Iraq

La coalizione internazionale a guida Usa che sostiene le truppe irachene nella lotta all'Isis ha ridimensionato le operazioni "per ragioni di sicurezza". "Le missioni militari italiane continuano come programmato, dopodichè c'è stato un innalzamento delle misure di sicurezza previste in situazioni di questo tipo", ha riferito il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, spiegando che si tratta di un innalzamento del livello di sicurezza "deciso con la coalizione". E ancora: "Nelle procedure di sicurezza innalzate si è ritenuto di sospendere temporaneamente l'attività di addestramento delle forze irachene che riprenderà appena le condizioni lo consentiranno, ma la missione prosegue". Anche la Nato ha reso noto di aver sospeso le sue missioni di addestramento in Iraq.

Pompeo "bacchetta" gli alleati europei

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, bacchetta gli alleati europei che, a suo giudizio, non sono stati "così disponibili" come avrebbero dovuto nel comprendere le ragioni che hanno spinto gli americani a uccidere il generale iraniano Soleimani. In un'intervista a Fox News, Pompeo ha raccontato come, all'indomani del raid, sia stato al telefono con i leader di tutto il mondo per spiegare l'attacco: "Ho parlato con i nostri partner nella regione per spiegare loro cosa stessimo facendo, perchè lo stessimo facendo, e per chiedere loro assistenza. Tutti sono stati fantastici". "Ma le mie conversazioni con i nostri partner in altri luoghi non sono state altrettanto positive. Francamente, gli europei non sono stati così disponibili come avrei voluto che fossero. Gli inglesi, i francesi, i tedeschi, tutti devono capire che ciò che abbiamo fatto, ciò che hanno fatto gli americani, che hanno salvato vite umane anche in Europa".

Conte: "Massima attenzione per i nostri militari"

Fonti di palazzo Chigi fanno sapere che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte esprime forte preoccupazione per l'escalation. Dal premier appello alla moderazione, al dialogo e al senso di responsabilità. In questa prospettiva - spiegano le stesse fonti - l'Ue può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante. Conte si sta prodigando affinché l'Europa possa esercitare tutto il proprio peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare così tutti gli sforzi per stabilizzare l'area. Massima attenzione per i nostri militari nella regione".