Mercoledì 29 Gennaio 2025
CLAUDIA MARIN
Esteri

Usa e OpenAI contro l’IA cinese: "Hanno rubato il nostro modello"

Sospetta violazione della proprietà intellettuale e la Casa Bianca valuta i rischi per la sicurezza interna. La Marina americana mette al bando l’app di Pechino. E in Italia il chatbot sparisce dagli store digitali .

La start up cinese, low cost DeepSeek nei giorni scorsi ha terremotato i mercati, mettendo in crisi i Big Tech della Silicon Valley

La start up cinese, low cost DeepSeek nei giorni scorsi ha terremotato i mercati, mettendo in crisi i Big Tech della Silicon Valley

Il caso DeepSeek rischia, con tutta probabilità, di diventare una spy-story industriale ad alto impatto nelle già non facili relazioni Usa-Cina. A far intravedere questo esito, nel giorno in cui l’app non è più scaricabile in Italia dalle piattaforme Apple e Google, è il vertice di OpenAI, che accusa la startup cinese di aver utilizzato i propri modelli per sviluppare il suo opensource, sollevando il sospetto di una potenziale violazione della proprietà intellettuale. E questo mentre la Marina americana vieta al proprio personale di utilizzare il modello di AI e i funzionari della Casa Bianca stanno valutando, come spiega la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, le implicazioni per la sicurezza nazionale dell’app del Dragone.

Il produttore di ChatGPT, con il partner Microsoft, secondo il Financial Times, ha rivelato, dunque, di aver riscontrato alcune prove di "distillazione", che, si sospetta, provengano da DeepSeek. Questa tecnica viene utilizzata dagli sviluppatori per ottenere prestazioni migliori su modelli più piccoli utilizzando i risultati di quelli più grandi e più capaci, consentendo loro di ottenere risultati simili su compiti specifici a un costo molto inferiore.

La distillazione è una pratica comune nel settore, ma il timore riguarda il fatto che DeepSeek l’abbia fatto per costruire un proprio modello concorrente, violando così i termini di servizio di OpenAI. Questi ultimi stabiliscono che gli utenti non possono "copiare" nessuno dei suoi servizi o "utilizzare l’output per sviluppare modelli in concorrenza con OpenAI".

A confermare i sospetti anche le parole di David Sacks, lo zar di Donald Trump per l’AI e le criptovalute: "Ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek ha fatto in questo caso è stato distillare la conoscenza dai modelli di OpenAI, e non credo che OpenAI sia molto felice di questo".

Nel frattempo, in Italia, l’app di DeepSeek, che ha raggiunto i primi posti nei download in queste ore, è sparita dai negozi digitali di Google e Apple in Italia. Non solo. Se ci si collega al sito di DeepSeek la navigazione è lenta. Nella sezione "Service Status" della piattaforma appare l’avviso: "È stato identificato un problema e una soluzione è in fase di implementazione". Un esito che il Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, non esclude che possa essere collegato all’azione del suo ufficio: "Non sappiamo se è merito nostro oppure no. Noi abbiamo chiesto delle informazioni. Ora la società ha 20 giorni di tempo per rispondere: quando risponderà i nostri uffici avvieranno un’istruttoria in profondità per vedere se c’è il rispetto del Gdpr". Certo è che la start up di Liang Wenfeng deve fare i conti anche con la concorrenza in casa. Il colosso tecnologico cinese Alibaba ha annunciato il lancio di una nuova versione della sua intelligenza artificiale, Qwen2.5 Max, affermando che "raggiunge prestazioni competitive rispetto ai modelli di livello superiore", ossia la cinese DeepSeek-V3, GPT-4o di OpenAI e Llama-3.1-405B di Meta.