Roma, 12 novembre 2024 – ''Vogliamo tagliare al 100% i fondi per l'Ucraina alla Camera''. E l'Europa, se crede nel sostegno a Kiev, ''dovrebbe essere pronta a metterci i soldi, a staccare assegni grandi quanto i discorsi''.
Lo ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera Steve Bannon, l'ex stratega della vittoria di Trump nel 2016 che guida il braccio mediatico del movimento Make America Great Again (Maga). Ora le priorità, ha dichiarato, sono la ''decostruzione dello Stato amministrativo'' e il debito pubblico, ''la principale minaccia alla sicurezza nazionale''.
In politica estera, ''Trump dirà che vuole la pace in Ucraina. E' evidente che vuole porre fine a questa semi-ossessione di spingere la Nato quasi in territorio russo'', ha spiegato Bannon.
Ciò detto, per quel che riguarda l'Italia e il suggerito ruolo da 'pontiere' con la destra americana che potrebbe giocare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, "credo che molti, nel movimento qui pensano che Meloni si è quasi trasformata in una Nikki Haley. È stata tra i più grandi sostenitori della continuazione della guerra in Ucraina. Però l'Italia non ha fatto abbastanza per tenere il canale di Suez aperto per il commercio".
Comunque penso che il suo atteggiamento cambierà con l'arrivo del presidente Trump, che la convincerà. E che i Paesi della Nato saliranno a bordo abbastanza rapidamente. Altrimenti, se crede davvero a quello che ha detto negli ultimi anni, dovrebbe essere pronta con gli altri in Europa a metterci i soldi". “Se Meloni può essere un ponte tra America e Europa? Se resta fedele alle sue convinzioni fondamentali, sì. Non abbiamo bisogno di aiuto da nessuno in Europa. I populisti hanno preso questo Paese, Trump è un grande leader e sono certo che sarà magnanimo, ma il movimento Maga, che è più a destra di Trump, dirà che l'Europa non ha fatto nulla per gli Stati Uniti".
E ancora: "Non possiamo aspettare l'insediamento di Trump: la battaglia per il controllo del governo avviene in questo momento: alla Camera, al Senato, nello Stato amministrativo, alla Difesa, i giudici". "L'incontro Trump-Biden di domani? Una cortesia di Trump, sono contento che lo faccia, ma non ne ha bisogno. Io non inviterei Biden all'insediamento. Dicono che serve unità. Avremo l'unità dopo che abbiamo epurato i traditori". In Europa molti sono preoccupati per i dazi: "Dovrebbero esserlo. Non pagheremo per la vostra difesa mentre lasciamo che ci colpiate con accordi commerciali sbilanciati".