Roma, 23 marzo 2015 - Debra Milke, una donna dell'Arizona, ha passato 22 anni nel braccio della morte condannata per aver fatto uccidere il figlioletto di quattro anni da due sicari. Ora queste terribili accuse contro di lei sono cadute, ponendo fine al suo incubo. Nel dicembre del 1989, le autorità avevano accusato Debra Milke dell'omicidio del piccolo Christopher, che venne portato nel deserto vicino a Phoenix con la scusa di vedere Babbo Natale in un centro commerciale e poi fu ucciso con un colpo alla testa.
SFREGIO ALMARITO? - A commissionare la morte del bimbo, a parere dell'accusa, era stata la madre che - fu spiegato - non voleva più tenerlo con lei ma allo stesso tempo non voleva che vivesse con il padre. La donna ha sempre professato la sua innocenza, e nel 2013 la Corte d'Appello ha ordinato che il caso venisse riesaminato.
VIA IL 'BRACCIALETTO' - La condanna era infatti basata su una confessione fatta al detective Armando Saldate, il quale si è scoperto successivamente alla sentenza che aveva mentito ai giudici in altri quattro processi sui quali aveva indagato. Da allora la donna è stata liberata su cauzione e oggi le è stato tolto anche il braccialetto elettronico alla caviglia, permettendole finalmente di tornare ad essere una persona libera a tutti gli effetti.