Chicago, 21 agosto 2024 – “Yes, she can”. Con i riflettori puntati sugli Obama, la convention democratica di Chicago ha chiuso il secondo giorno con una standing ovation. Il clima era elettrico, Barack ha rispolverato il suo storico motto – che nel 2009 lo portò dritto allo Studio Ovale – riadattandolo a lei, la protagonista delle prossime presidenziali americane: Kamala Harris.
Dopo il lungo addio di Biden del primo giorno, stanotte l'ovazione con cui sono stati salutati gli Obama ha confermato tutto il loro carisma. Di fronte ai 5mila delegati, gli Obama hanno mostrato tutta la loro forza (e influenza) all’interno del partito. Hanno rinserrato le fila, caricato le truppe e lanciato segnali forti contro la possibile ascesa del tycoon. Battere Trump è l’unica opzione possibile. Prima Michelle Obama ha detto: "Non è il momento di mettersi a sedere e lamentarsi, fate qualcosa”. Poi è toccato a Barack fermare i fischi verso Donald Trump, dicendo: “Non fate buu, votate”.
Barack: “Mi sento pieno di speranza”
“Mi sento pieno di speranza”, ha detto il primo presidente nero degli States, ora dalla parte di quella che potrebbe diventare la prima donna a capo della Casa Bianca. E immediatamente è stato travolto dai “we love you” (ti amiamo) della folla. “Questa convention porta fortuna ai ragazzini con i nomi strani, ha aggiunto ricordando la frase che disse alla sua prima kermesse democratica di Boston nel 2004.
Il clima alla convention è stato elettrico, segnato in serata (nella notte italiana) dalla conferma dei delegati della nomination di Harris fatta con una cerimonia molto musicale. Il messaggio è chiaro: l’urgenza di battere Trump. Così l’ex coppia presidenziale più amata dai Democratici ha infiammato la platea. Entrambi hanno confermato la piena fiducia in Kamala Harris. Sia Barack sia Michelle hanno anche sottolineato come la situazione sia cambiata con la candidatura di Kamala. Michelle ha parlato di "aria nuova". L'ex presidente ha detto: "Non so voi ma io mi sento carico".
Michelle attacca Trump: “Vuole un lavoro da neri”
Michelle Obama ha attaccato Donald Trump e la sua frase razzista sui “lavori per neri”. L’ex First Lady ha incalzato: “Chi glielo dice che il lavoro che vuole adesso è un lavoro da neri”, ha detto con tagliente ironia. Michelle ha poi rivolto un altro attacco al tycoon e alle sue insinuazioni secondo cui Kamala Harris e altri democratici “non sono veri americani”. Anche su questo, il gancio è stato diretto e chirurgico: “Nessuno ha il monopolio su cosa significhi essere americano, nessuno. Far sentire le persone piccole non è da presidenti”, ha incalzato Michelle Obama, strizzando l’occhio all’elettorato multietnico.
La partita è ancora in bilico
Con Kamala Harris in campo, tutti i sondaggi ribaltano ogni previsione. E l’immagine granitica di Trump inizia a tremare. Alla convention Dem, tutti sono convinti che se fosse rimasto al timone Joe Biden, seppure molto amato dalla base, non ci sarebbe stato lo stesso entusiasmo. Dopo il passo indietro dello scorso 21 luglio, con cui il presidente uscente ha annunciato il suo ritiro dalla campagna elettorale, il “passaggio della torcia” è andato alla sua vice.
E allora vale quello che il candidato vicepresidente – il governatore del Minnesota, Tim Walz – ha detto in un comizio in Wisconsin andato in scena in contemporanea con la convention. I Repubblicani “pensavano di aver vinto, che la storia fosse già finita, ma non potete immaginare quanto le cose possono cambiare in sole quattro settimane”.
Ma l'urgenza con cui gli Obama stanotte hanno ribadito, nei loro interventi, la necessità di sconfiggere il tycoon dimostra che nonostante l'entusiasmo e l'energia che sta pervadendo la convention, e i sondaggi favorevoli, la partita è ancora in bilico. Ma come ha detto Obama, ricordando uno dei suoi momenti di popolarità riadattando il suo celebre slogan elettorale: “conventyion opbama
”.