Roma, 20 giugno 2020- La folla comincia a radunarsi all'esterno del Bank of Oklahoma Center di Tulsa, in Oklahoma, la location per il primo comizio della campagna di rielezione del presidente Donald Trump, da quando la pandemia di Coronavirus ha colpito anche gli Stati Uniti. L' evento, che si svolge in una struttura in grado di ospitare fino a 19mila persone, si realizzerà contro il parere di molti esperti medici, che temono la diffusione del Covid19. Tra questi il dottor Anthony Fauci, il massimo esperto di malattie infettive del Paese, e Deborah Birx, coordinatrice della Casa Bianca per la risposta al Coronavirus. Ma il presidente degli Stati Uniti ha sfidato il rischio di causare un gigantesco focolaio per fermare il suo crollo nei sondaggi e gli organizzatori del Partito Repubblicano hanno indicato che, per l'evento di questa sera, saranno a disposizione mascherine e gel igienizzante per le mani. Chi partecipa al comizio dovrà anche sottoscrivere uno scarico di responsabilità, con cui si impegna a non promuovere azioni legali nel caso contragga il Coronavirus.
Intanto, sei persone della campagna di Trump, che stanno lavorando al suo comizio a Tulsa, sono risultate positive al Coronavirus. "Secondo i protocolli di sicurezza, lo staff della campagna è testato per Covid-19 prima degli eventi. Sei membri del team avanzato hanno dato esito positivo su centinaia di test eseguiti e sono state immediatamente implementate le procedure di quarantena", ha spiegato Tim Murtaugh, direttore delle comunicazioni della campagna, che ha precisato che nessuno di loro, nè chiunque sia stato in contatto immediato con loro sarà al comizio di oggi.
Primo comizio blindato dopo l'emergenza Coronavirus
Tutto esaurito e lunghe file al Bank Center, un arena da 19 mila posti, e decina di migliaia di fan accampati da giorni nei dintorni, accontentandosi dei maxi schermi esterni pur di partecipare a questo attesissimo comeback e alla "wild night" promessa dal loro beniamino. Un evento blindatissimo dalla polizia nel timore di incidenti e provocazioni, dopo che il sindaco ha revocato il coprifuoco e che il presidente ha minacciato il pugno duro contro i contestatori. Ad alimentare le preoccupazioni la notizia dell'omicidio di un altro afroamericano, ucciso da una guardia privata bianca di un motel a Tulsa. L'episodio risale al 6 giugno, ma solo ora ne sono emerse le esatte circostanze, grazie alle immagini della videosorveglianza. La vittima è il 36enne Carlos Carson, padre di tre figli: si era andato a lamentare della sua auto vandalizzata con il gestore del motel e poi con la guardia Christopher Straigh. Ma quest'ultimo, quando è uscito, prima ha usato contro di lui lo spray urticante e poi, quando ha reagito, gli ha sparato alla testa. Un attacco ingiustificato, secondo la polizia, che ha accusato Straigh di omicidio premeditato. L'uomo, 53 anni, è un ex sergente e un ex agente penitenziario con vari precedenti per cattiva condotta, anche per discriminazione razziale.
Moore: "Attese 100mila persone"
Il regista Michael Moore, acerrimo nemico di Donald Trump, lancia su Facebook un ammonimento ai democratici: "Hanno iniziato a fare la fila martedì a Tulsa per il comizio di Trump. Sono attese 100.000 persone! Trump non ha perso nulla della sua base e sono più famelici che mai. Dormi sul marciapiede per cinque notti solo per entrare a vedere Trump? Quella è dedizione. Guai a dare per scontato Trump, guai a pensare che non possa vincere". E poi il regista ha aggiunto: "Non siate presuntuosi dicendo che (Trump) non può conquistare la Casa Bianca perché, francamente, sembrate molto simili a voi stessi 4 anni fa, quando dicevate a tutti che questo paese non avrebbe messo un clown nello Studio Ovale. Quante persone si metterebbero in fila cinque giorni solo per sentire parlare Joe Biden? 12? 5? Nessuna?".
Arrestata donna con maglietta con lo slogan "I can't breathe"
Una donna, in possesso del biglietto d'ingresso per l'arena che ospita stasera il comizio di Donald Trump, è stata arrestata per aver indossato una maglietta nera con scritto "I Can't Breathe", lo slogan usato in queste settimane dal movimento Black Lives Matter per denunciare la brutalità della polizia contro gli afroamericani. La donna, bianca, che ha dato nome e cognome ai giornalisti presenti con microfoni e telecamere, definendosi "cittadina degli Stati Uniti", è stata portata via da un'auto della polizia.