
Negli Usa è crisi delle uova
Roma, 17 marzo 2025 – La crisi delle uova negli Usa, con i prezzi alle stelle a causa dell'epidemia di aviaria che sta devastando gli allevamenti a stelle e strisce, ha spinto Washington a chiedere aiuto ad alcuni Paesi europei, tra cui la Danimarca. Il mese scorso, secondo quanto riferito da Reuters, un rappresentante in Europa del Dipartimento Usa all'Agricoltura (Usda) ha contattato formalmente la Danish Egg Association in merito alla volontà e alla capacità di esportare uova negli States, nonostante le tensioni commerciali innescate dai dazi di Trump. Mentre Copenhagen è in attesa di ulteriori informazioni da Washington, la Finlandia ha detto di no alla richiesta. Secondo la televisione di Stato finlandese, la Finnish Poultry Association, associazione avicola nazionale, ha respinto la richiesta americana perché non sono state tenute trattative di accesso al mercato con le autorità statunitensi.
E così nei supermercati di New York vengono vendute uova a peso d’oro. Secondo un documento del dipartimento americano dell'Agricoltura (Usda), il prezzo di vendita delle uova negli Usa a gennaio 2025 è stato infatti del 53% più alto di quello del 2024 e, nel mese di febbraio, si è ulteriormente innalzato. L'influenza aviaria ha contagiato 70 persone causando anche un decesso e, secondo i dati del Centro di controllo delle malattie (Cdc) risalenti allo scorso gennaio, ha infettato oltre 18 milioni di galline, con una conseguente quanto drastica diminuzione delle uova. Tutto questo si è tradotto, per i piccoli consumatori ma anche per i ristoratori, in un rialzo dei prezzi non più sostenibile. Molti esercizi, infatti, sono stati costretti ad aumentare il prezzo delle pietanze nei menu a base di uova e, considerando che a New York anche la colazione servita nei "deli" e "diner", locali molto popolari e perennemente affollati, è in genere accompagnata proprio da uova, le ripercussioni di questo brusco aumento dei prezzi si sono fatte sentire non poco sulle spalle dei newyorchesi. Anche per le cosiddette 'bodegas', i piccoli negozi di generi alimentari che nella Grande mela cercano disperatamente di sopravvivere, schiacciati dalla concorrenza delle grosse catene di supermercati, il quadro è tutt'altro che roseo e non è facile andare avanti. Nei mesi scorsi, tra i piccoli commercianti c'è chi ha cominciato a vendere uova sfuse, prendendole direttamente dal cartone di protezione per poi avvolgerle, una ad una, nella carta di giornale. Una merce preziosa. Come si faceva una volta, quando i ristoranti italiani non erano ancora di tendenza e i grattacieli scintillanti erano soltanto un miraggio.
"Cerchiamo di accontentare i nostri clienti e non vogliamo escludere nessuno" ci spiega il proprietario di una 'bodega' nel Queens. E, così, la razione giornaliera di uova è garantita per tutti. Il quadro è diverso, ma non troppo, a Manhattan dove, fino al mese scorso, si era scatenata una vera e propria "caccia all'uovo"; con gli scaffali dei supermercati spesso vuoti perché presi d'assalto da chi, temendo il rincaro giornaliero, voleva fare scorta, o con cartelli che invitavano i clienti a non acquistare più di una confezione di uova. C'è poi chi preferisce acquistare uova singole, già bollite, in vendita al "modico" prezzo di 2 dollari e 49 centesimi l'una (senza considerare le 'sales tax', che non sono comprese nel prezzo e vengono aggiunte alla cassa) o chi sceglie le uova liquide, confezionate in contenitori simili a quelli utilizzati per vendere il latte - a prezzi leggermente più abbordabili. I prezzi delle uova sono cari anche nei supermercati più diffusi della Grande mela, quelli dai nomi noti anche ai turisti, come Whole Foods (che comprende un ristorante all'interno fornito di un pratico 'take away'), Fairway o Morton Williams. "E' colpa della 'bird flu' – afferma sconsolato il proprietario di un noto market in Upper West Side, allargando entrambe le braccia e mimando il volo di un uccello - "i prezzi sono alle stelle ovunque". Tuttora introvabili, o quasi, sono le uova fresche vendute nei tipici 'farmer market', i mercati domenicali organizzati dagli agricoltori lungo Columbus Avenue, a Manhattan: a mezzogiorno di ieri erano 'sold out', ovvero esaurite, pressoché ovunque.
In questo frangente, c'è chi se la prende con le politiche economiche portate avanti da Trump. Tuttavia, la segretaria all'Agricoltura Brooke Rollins, con un comunicato sul sito ufficiale della Casa Bianca facente riferimento a una intervista da lei rilasciata al Wall Street Journal, ha recentemente dichiarato che il prezzo delle uova è sceso di circa due dollari per dozzina, anche grazie agli sforzi che sono stati fatti per combattere l'aviaria. "L'amministrazione Biden - ha scritto Rollins - ha fatto ben poco per fronteggiare i ripetuti focolai (di aviaria n.d.r.) e l'aumento del prezzo delle uova che ne è conseguito. Al contrario, l'amministrazione Trump sta prendendo sul serio la questione". Rollins ha poi proseguito dichiarando che "il dipartimento dell'Agricoltura investirà fino a 1 miliardo di dollari per frenare questa crisi e 'make eggs affordable again', rendere le uova nuovamente accessibili. Stiamo lavorando con il dipartimento per l'Efficienza del governo (Doge) per tagliare centinaia di milioni di dollari di spese inutili". "Riutilizzeremo una parte di quella somma investendo in soluzioni a lungo termine per l'influenza aviaria, che ha portato all'abbattimento di circa 166 milioni di galline ovaiole dal 2022" ha chiosato la segretaria all'Agricoltura. Effettivamente, secondo i dati dell'Eggs Markets Overview, a New York i prezzi delle uova nella settimana dal 28 febbraio al 7 marzo sono scesi del 16%. Ma c'è poco da stare allegri: con l'avvicinarsi della Pasqua cristiana e del Passover ebraico, ricorrenze in cui per tradizione vengono consumate più uova, si teme una brusca risalita dei prezzi.