Una nuova giornata di sangue, – un centinaio le vittime palestinesi, nell’interminabile conflitto a Gaza – rischia di sconvolgere una forte iniziativa diplomatica centrata su un summit – da tenersi il 15 agosto, in Egitto o nel Qatar – per definire una volta per tutte una tregua e la liberazione scaglionata dei 115 ostaggi israeliani. Su quel vertice pesa inoltre l’incognita di attacchi incombenti contro Israele in risposta alle eliminazioni a Teheran di Ismail Haniyeh (Hamas) e, a Beirut, di Fuad Shukr (Hezbollah).
L’intenso lavorio delle diplomazie di varie Paesi, Usa in testa, per calmare le acque è stato messo ieri a dura a prova quando tre forti esplosioni hanno investito la moschea della scuola al-Tabaeen a Gaza City, durante le preghiere del primo mattino. ‘"Quel nuovo massacro – ha affermato Hamas – è un crimine orrendo, avendo colpito un luogo che alloggiava sfollati. Siamo di fronte ad una escalation pericolosa". Israele ha replicato di aver colpito "con precisione" un gruppo di miliziani di Hamas e ha sollevato dubbi sulla entità reale delle vittime. I membri delle squadre di soccorso hanno riferito di aver visto una massa di corpi dilaniati stesi sul terreno. Le bombe sganciate dall’aviazione israeliana hanno inoltre appiccato un incendio che è stato difficile da domare a causa della penuria di acqua nella zona. Decine di corpi (molti dei quali presentavano estese ustioni) sono stati trasportati al vicino ospedale al-Ahli, dove presto sono accorsi i congiunti nel tentativo estremo di trovare dispersi o di identificare le vittime.
Fonti di Hamas hanno stabilito che le vittime dell’attacco sarebbero 93, di cui 11 bambini. Per tutta la mattinata reti televisive arabe hanno mostrato immagini molto crude dell’area della scuola, mentre da diverse capitali giungevano pesanti condanne nei confronti di Israele. A nome dell’Unione europea, Josep Borrell, si è detto inorridito dall’attacco alla scuola al-Tabaeen e ha rilevato che "altre 10 scuole sono state prese di mira nelle ultime settimane. Non c’è giustificazione". Altre condanne sono giunte da Egitto, Giordania e Gran Bretagna.
Come in altri casi analoghi in passato, le ricostruzioni delle due parti differiscono molto. Un funzionario di Hamas ha affermato che Israele ha sganciato "tre bombe da 900 chili ciascuna". Ma le immagini della facciata dell’edificio (bruciata in parte, ma non demolita) lascia spazio a dubbi. Israele sostiene peraltro che nella scuola e nella moschea adiacente c’era un "centro di comando e controllo" di Hamas e che è stato colpito con tre "munizioni precise" da 16 chilogrammi.
Secondo Israele Hamas usa sistematicamente rifugi di sfollati per svolgere dal loro interno attività militari. Un dirigente di Hamas, Ezzat a-Rishek, ha respinto totalmente questo genere di accuse. Anche sul numero complessivo delle vittime le versioni contrastano. Israele stima che i morti siano stati "una trentina". Il portavoce militare ha poi pubblicato i nomi di 19 miliziani di Hamas e della Jihad islamica uccisi nell’attacco. Da Gaza i soccorritori hanno stimato che le vittime siano state un centinaio (dei 250 palestinesi che si trovavano nell’area) e che molte non sono state ancora identificate.