Il sito di RT, l’emittente per eccellenza più vicina al Cremlino, insieme con molte altre, annuncia con enfasi che il numero di votanti ha superato il 50%, con "percentuali altissime", secondo il Cremlino, nelle regioni ucraine. Putin attende nella sua residenza poco fuori Mosca di poter celebrare l’ennesimo trionfo, mentre il centro della capitale è blindato per la festa che si terrà domani, giornata in cui ricorre il decimo anniversario dell’annessione della Crimea. Ma manca ancora oggi e, sulla carta, la giornata potrebbe essere tesa.
Alle 12 si dovrebbe tenere la protesta ‘mezzogiorno contro Putin’, l’iniziativa lanciata da Yulia Navalnaya, la moglie del dissidente Alexei Navalny morto nel gulag russo dove era recluso. L’indicazione è di recarsi ai seggi ufficialmente per votare, dando luogo in realtà a una protesta che permetterà a tante persone che vogliono una Russia diversa di conoscersi di persona. Anche per questo le autorità hanno chiesto di andare a votare in gruppi di non più di tre persone. A decine di moscoviti, poi, sono arrivati messaggi sul cellulare in cui si invita ad andare a votare ‘senza compiere atti sovversivi’. Se non è un avvertimento, poco ci manca.
"È dai tempi dell’Urss che tengono la gente divisa – spiega Ivan, 20 anni, studente alla facoltà di giornalismo –, perché non si coalizzi. Il web e Navalny stanno facendo riscoprire il valore della collettività. Molti ragazzi come me sono scappati. Io no. Non me ne vado. Se facciamo così tutti regaliamo la Russia ai peggiori. E quando il mio Paese inizierà a cambiare voglio esserci. In Russia, ormai – prosegue Ivan –, se vuoi fare il giornalista o credi a quello che raccontano le autorità o decidi di essere indipendente. In questo caso, però, devi essere pronto a essere arrestato in ogni momento".
Prima della guerra, oltre al reporter, faceva anche il traduttore per le aziende che arrivavano per fare affari. "Nel primo anno – continua – le cose sono andate molto male. Non so se le sanzioni siano il mezzo giusto, ma credo che Putin vada fermato. Sta facendo del male prima di tutto alla Russia". Quelli come Ivan si contano sulle dita di una mano. Fa parte di un 10% di russi che vorrebbe un Paese diverso. Il resto cosa fa? "Non stanno tutti con Putin – spiega Ivan –. Di quel 90% solo il 30-40% crede davvero al presidente. Il resto, semplicemente, se ne frega. Vota Putin perché gli conviene, perché è costretto o perché non sa che cosa fare. Io sono convinto che fra 10 anni potremo iniziare a porre le fondamenta per una Russia diversa".
Ivan racconta queste cose durante una passeggiata in uno degli immensi parchi della capitale. La neve dell’inverno si sta lentamente sciogliendo e ci sono ancora le illuminazioni natalizie. Ma per i russi, temperature appena sopra lo zero significano l’arrivo della primavera. Per Ivan parlare così rimane l’opzione migliore per non essere intercettati. Peccato che su tutti i lampioni siano installate telecamere a riconoscimento facciale. E quindi bisogna solo sperare che l’Fsb, il servizio segreto russo, da cui Putin proviene e che è il vero padrone del Paese, abbia cose più importanti a cui pensare. E in effetti è così, anche se si fa di tutto per nasconderlo.
Ella Pamfilova, presidente della Commissione elettorale centrale e putiniana di ferro, ha ammesso che si sono verificati incidenti in 29 seggi sparsi in 20 distretti amministrativi diversi. In tutto le schede inutilizzabili sarebbero appena 214. Se si tiene conto della tendenza russa a ritoccare le urne a loro piacimento, è lecito pensare che siano molte di più. Secondo lei, le istruzioni sulle sezioni elettorali da colpire e come farlo arrivano direttamente da call-center situati ‘in Ucraina e in altri Paesi europei’. Appuntamento oggi a mezzogiorno, per capire se sarà davvero contro Putin e soprattutto se si trasformerà in un mezzogiorno di fuoco.