Venerdì 21 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Nell’Ucraina occupata un tesoro in titanio. Zelensky: mi dimetto subito se entriamo nella Nato

Continuano le tensioni tra Kiev e Trump. Washington sicura: sulle terre rare accordo in settimana. Ucraina: nelle aree invase dai russi risorse per 350 miliardi di dollari. E studia un’alternativa a Starlink. La settimana prossima nuovi colloqui tra Stati Uniti e Russia

Roma, 23 febbraio 2025 – C’è un tesoro nel suolo dell’Ucraina occupata dai russi. Minerali che possono essere tradotti in cifre e dollari e che in giorni di frenetiche trattative tra Kiev e gli Stati Uniti diventano un macigno da far cadere sul tavolo dei negoziati. Il vice primo ministro ucraino Yulia Svyrydenko ha dichiarato oggi che l’Ucraina ritiene di avere risorse naturali “essenziali” per un valore di 350 milioni di dollari nei territori presi con la forza da Mosca. La maggior parte dei giacimenti sarebbe quindi collocata nelle aree del Donbass. Tra i minerali ‘nascosti’ (non certo a Putin) risulterebbe anche un ingente quantitativo di titanio, componente fondamentale, fra le altre cose, per la produzione di missili. "Abbiamo informazioni secondo cui, sfortunatamente, nel territorio temporaneamente occupato si trovano materiali essenziali per un valore di circa 350 miliardi di dollari", ha detto Svyrydenko in una conferenza stampa a Kiev. 

Zelensky: pronto a dimettermi se Ucraina nella Nato

Poco dopo arrivano le dichiarazioni di Zelensky a sparigliare la scacchiera: il presidente ucraino si dice “pronto a dimettersi immediatamente” in cambio dell’adesione dell’Ucraina alla Nato. E sulle terre rare, pur parlando di “progressi” nei negoziati, è netto: "Non firmerò ciò che pagheranno 10 generazioni di ucraini". Zelensky conferma anche che, nella prima versione dell’accordo, gli Usa volevano ottenere il diritto al 50% delle riserve minerarie dell'Ucraina.

L’escalation di tensione con l’amministrazione Trump è palpabile. In questo contesto si inserisce l’annuncio di un nuovo round di colloqui ‘esclusivi' tra Usa e Russia, fissati per la fine della prossima settimana. Saranno conversazioni a livello di “direttori politici”, riferisce un alto funzionario russo alla Tass. Mentre Zelensky oggi dice di voler incontrare Trump prima che il presidente americano veda Putin.

La Casa Bianca vuole accelerare per “mettere fine alla carneficina in Ucraina”, ha ribadito oggi Witkoff.  E questo, come è emerso ieri, anche a discapito di quella “integrità territoriale” dell’Ucraina nelle aree occupate dai russi. Un concetto sparito nella risoluzione proposta dagli Stati Uniti all’Onu, ma che Zelensky ha sempre considerato condizione imprescindibile per sedersi a qualsiasi negoziato. E che lo stesso segretario delle Nazioni Unite Guterres ha tenuto a sottolineare in una dichiarazione dove ha chiesto una “pace giusta, duratura, e completa, una pace che rispetti pienamente la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina nelle sue frontiere internazionalmente riconosciute".

Una miniera di titanio in Ucraina (Foto d'archivio)
Una miniera di titanio in Ucraina (Foto d'archivio)

Il difficile negoziato sulle terre rare

Fino a ieri all’ora di pranzo fonti qualificate davano l’intesa sulle terre rare tra Ucraina e Stati Uniti in dirittura d’arrivo. Poi l’improvvisa frenata, con i media che hanno riportato l’alt di Zelensky. “Non è pronto a firmare l’intesa”, la doccia gelata sulla Casa Bianca che pensava di aver chiuso la partita dopo aver fatto filtrare una minaccia neanche tanto velata: senza accordo sui minerali niente Starlink , il sistema di telecomunicazioni (prodotto da Space X, l’azienda di Elon Musk), che è stato finora fondamentale per l’esercito di Kiev.  Che non sembra al momento disposta a farsi ricattare. Oggi il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov soffia sul fuoco: l'Ucraina può fare a meno di Starlink e sta studiando una "alternativa". Spiega in conferenza stampa: "Stiamo già lavorando su questo. Le alternative ci sono". E aggiunge: "Una soluzione esiste già", promettendo di rivelarne presto i dettagli. Tattica negoziale o rottura? Secondo Steve Witkoff, inviato di Trump in Medio Oriente, l’accordo sui minerali dovrebbe essere firmato in settimana, mentre “possibili progressi” sulla soluzione del conflitto si possono attendere “nel prossimo futuro”. 

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