Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Ucraina, la strategia ‘tritacarne’: Prigozhin fu il primo ad accusare il Cremlino. Bbc: “Mosca ha perso oltre 50 mila uomini”

Un servizio della Bbc in lingua russa e del sito russo Mediazona sostiene che la Russia manda i suoi uomini al massacro a ondate per conquistare le postazioni ucraine

Roma, 17 aprile 2023 - La Russia manda i suoi uomini a morire in una guerra che non doveva iniziare, sembra strano ricordare che il primo ad accusare il Cremlino di una strategia tritacarne, come ha fatto adesso un servizio servizio in lingua russa della BBC e del sito russo Mediazona, fu Yevgeny Prigozhin, il fondatore del Gruppo Wagner. "Shoigu ha ucciso migliaia dei soldati russi più pronti nei primi giorni di guerra", sosteneva il ribelle chef di Putin quando con le sue milizie mercenarie stava espugnando posti come Popasna, Bakhmut, Soledar, e dove lui stesso fu accusato di mandare gli uomini al massacro contro le trincee ucraine.

Soldati russi nel Lugansk
Soldati russi nel Lugansk

Mosca ha perso più di 50mila uomini

Ora Bbc e Mediazona danno anche i numeri di questa strategia ottocentesca, definita “tritacarne”, in cui il soldato è usato come una pedina che doveva avanzare comunque e sempre: Mosca ha perso oltre 50 mila uomini in Ucraina, e forse più, mandati all’attacco come ondate, e appena morti, subito sostituiti da quella seguente. La ricerca congiunta è stata completata il 7 aprile 2024 e si basa su comunicati stampa ufficiali, notizie di stampa e sui social network e anche visite ai cimiteri.

Kiev e Mosca non forniscono dati ufficiali sulle perdite

E sebbene regolarmente sui social arrivino i bollettini di Kiev e di Mosca su quanti soldati hanno perso i nemici, né l'Ucraina né la Russia hanno mai pubblicato i resoconti ufficiali delle perdite dall'inizio della guerra. Solo Kiev aveva parlato a fine febbraio di 31.000 suoi soldati morti, mentre i russi non hanno mai affrontato il tema scottante delle proprie perdite militari. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, si è sempre nascosto dietro la "legge sul segreto di Stato". E in mancanza di stime ufficiali sono iniziati ad affiorare numeri non verificati: in agosto il New York Times, citando funzionari statunitensi, aveva indicato le perdite militari russe in 120.000. Nel gennaio seguente il ministro della Difesa britannico James Heappey aveva stimato a 350.000 il numero dei soldati russi uccisi o feriti.

Quanto vive una recluta al fronte

La ricerca si è concentrata, anche per semplificare lo studio, sulla sorte dei detenuti russi reclutati per combattere al fronte, pratica iniziata con i Wagner e poi copiata dal Cremlino. Dall'inizio del conflitto decine di migliaia di detenuti sono stati arruolati nelle carceri russe per combattere in Ucraina in cambio della promessa di rilascio. Non un grande affare per loro visto che dai dati su un campione di oltre 1.000 prigionieri è risultato che la metà delle reclute dell'esercito russo sarebbe morta due mesi dopo essere stata mandata al fronte, mentre i paramilitari Wagner riuscivano a sopravvivere circa un mese di più. I più famosi erano i "battaglioni di punizione", principalmente composti da detenuti o soldati incriminati, mandati al massacro negli scontri più feroci.