Sabato 26 Aprile 2025
REDAZIONE ESTERI

“Spartak è tornato a combattere in Ucraina”. Perdonato il generale Popov. “Ma con gli Storm Z è una condanna a morte”

L’ex comandante della 58esima armata era stato allontanato perché aveva criticato i comandanti dell’Operazione speciale. Ma secondo Institute for the Study of War è un tranello

“Spartak è tornato a combattere in Ucraina”. Perdonato il generale Popov. “Ma con gli Storm Z è una condanna a morte”

Roma, 15 aprile 2025 - Il generale Spartak è tornato al fronte, Ivan Popov, ex comandante della 58esima armata dell'esercito russo in Ucraina, è stato reintegrato dopo la richiesta di condanna a sei anni di carcere dell'anno scorso e l’allontanamento dall'esercito. "Il comandante leggendario è tornato al fronte!", ha esultato il blogger Vladimir Rogov, assieme ai tanti ultranazionalisti, tra cui suoi ufficiali e veterani "gladiatori", come Popov chiamava gli uomini al suo comando, che ne chiedevano il ritorno in guerra.

Il generale Ivan Popov
Il generale Ivan Popov

La destra russa si era indignata quando il generale, eroe delle forze russe che avevano respinto l'offensiva di Kiev a Zaporizhzhia nel giugno del 2023, era stato messo da parte, prima inviato in Siria e poi arrestato per una presunta frode.

Popov, chiamato Spartak dai suoi 'gladiatori', era colpevole di aver criticato pesantemente il capo di stato maggiore delle forze russe Valery Gerasimov per la mancanza di pianificazione militare dell'Operazione militare speciale e della mancanza di rifornimenti di artiglieria per i suoi uomini. Subito Popov si era ritrovato in Siria nel ruolo di vice comandante del contingente russo a sostegno delle forze di Assad.

Ma nel luglio del 2023, un mese dopo dalla tentata rivolta dei Wagner di Evgheny Prigozhin, aveva inviato un audio ai suoi ufficiali, poi reso noto da un deputato, in cui attaccava i vertici della difesa e asseriva che era stato rimosso dall'incarico per essersi lamentato. "Le forze armate ucraine non possono rompere il fronte delle nostre forze ma i nostri comandanti ai vertici di colpiscono alle spalle, decapitando in modo vile e traditore le forze militari nel momento più teso e difficile".

Poi la vicenda giudiziaria e l'accusa di frode davanti al tribunale militare di Mosca in cui si chiedevano sei anni di carcere. Popov, allontanato dalle forze armate, aveva scritto al presidente Vladimir Putin, rivolgendosi a lui come guida “morale e ruolo modello", il cui esempio "mi ha fatto capire cosa significa la parola leggendario, testa fredda, cuore caldo e mani pulite", spiegando che le accuse contro di lui erano prive di fondamento e chiedendo di poter tornare in guerra.

La notizia del suo reintegro (E sospensione del caso giudiziario) sembra soddisfare la sua richiesta, ma nasconde un tranello, come ha sottolineato il 'think tank' americano Institute for the Study of War definendola "una condanna a morte". Infatti Popov torna al fronte ma non alla sua 58esima armata, come ha spiegato una fonte militare citata da Kommersant, ma al comando di un battaglione di ex detenuti o militari in punizione, i cosiddetti 'Storm Z', lanciati all'attacco delle postazioni nemiche come carne da cannone.

Del resto quando era al comando della 58esima Popov stesso aveva ai suoi ordini il Storm Gladiator, un battaglione di ex prigionieri con esperienze militari apprese tra le file del Gruppo Wagner (A cui Popov si ispirava) o nelle forze cecene di "Akhmat", quindi altamente addestrati. Purtroppo i gladiatori d'assalto erano mandati all'attacco frontale delle difese ucraine, registrando così un numero altissimo di perdite, si parla di un tasso di sopravvivenza del 40% secondo un'indagine.