Lunedì 17 Marzo 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

L'Ucraina divisa fra no a Mosca e stanchezza della guerra: cosa dicono i sondaggi

Diverse indagini evidenziano come oltre tre anni di bombardamenti e violenze stiano fiaccando il morale della popolazione. Pesa anche ‘l’effetto Trump’. La fiducia in Zelensky c’è, ma l’ottimismo molto meno

L'Ucraina divisa fra no a Mosca e stanchezza della guerra: cosa dicono i sondaggi

Roma, 17 marzo 2025 – Stanchi della guerra, ma preoccupati per il loro futuro. Sono gli ucraini a oltre tre anni di guerra. Di certo, nonostante tutto, al fianco del presidente Zelensky. Il numero uno di Kiev, che non è mai sceso sotto il 50% del gradimento, dopo l’incontro-scontro alla Casa Bianca, ora è oltre il 70%. La fiducia c’è, insomma, ma l’ottimismo molto meno. Secondo l’Istituto nazionale di Sociologia, il popolo ucraino ora, nella classifica delle preoccupazioni, vede al primo posto la possibilità di rimanere vittima di un bombardamento, con il 39%, la separazione dal proprio nucleo familiare, con il 30%, sopravvivere alla morte dei propri cari, con il 26%. Appena il 10% degli intervistati è immune da fattori che provocano stress.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Ansa)

Sempre la stessa ricerca evidenzia come l’84% della popolazione ha sentito sulla propria pelle le conseguenze della guerra a vario titolo, dalle violenze dirette perpetrate dai russi alla perdita della propria casa, dalla perdita dei propri cari all’aver assistito a bombardamenti o attacchi.

Un popolo traumatizzato, ma nonostante questo, non ben disposto ad accettare tutto. Un report Gallup di inizio anno, dimostra che il gradimento nei confronti della parola negoziato, dipende soprattutto dalle condizioni con cui questo viene condotto. Quindi, se il 52% degli ucraini pensa che il governo debba trovare un modo per negoziare la fine del conflitto nel minor tempo possibile, il 38% ritiene che il Paese debba continuare a combattere ‘finché la guerra non sarà vinta’, ma potrebbe fare un passo indietro nel caso in cui le condizioni per la cessazione delle ostilità non siano umilianti e troppo a favore della Russia.

Uno dei temi madre del negoziato è la concessione di territori occupati dalla Russia a Mosca. La disponibilità della popolazione ucraina a questo riguardo è aumentata nel corso dei mesi in modo direttamente proporzionale al pessimismo su un supporto continuativo da parte dell’Occidente. In questo momento, il 71% degli intervistati apre a concessioni territoriali contro il 50% del 2022. Un divario considerevole, fatto di stanchezza ed ‘effetto Trump’.

In mezzo a tanti dubbi, c’è una certezza. Anche se la guerra dovesse chiudersi presto, la Russia rimarrebbe comunque un nemico. Un sondaggio dello scorso febbraio evidenzia come il 66% degli ucraini considera il vicino come una minaccia alla propria esistenza. Ben l’87% ritiene che Mosca non si fermerà ai territori che già occupa, ma tenterà un’ulteriore espansione.