Roma, 24 novembre 2024 – Le forze di difesa aerea di Kiev affermano di aver abbattuto durante la scorsa notte 50 dei 73 droni lanciati sull'Ucraina, mentre 19 droni sono caduti in zone aperte e di altri 4 si sono perse le tracce. I droni erano per lo più di tipo Shahed, di fabbricazione iraniana, e altri di tipo sconosciuto, lanciati dalle regioni russe di Oryol e Bryansk. Intanto, secondo il Financial Times, “Mosca sta reclutando yemeniti per l'Ucraina tramite gli Houthi”. Fonti dicono che sono “mandati a combattere dopo false promesse di impiego”.
Le notizie in diretta
L'Ucraina ritiene che la Russia voglia espellere le truppe ucraine che occupano parte della regione russa di Kursk prima del 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti e che intenda occupare entro quella data anche tutta Donetsk, dove l'avanzata russa è costante e oggi sono stati evacuati altri 120 civili. Il presidente russo Vladimir Putin "vuole dimostrare di aver adempiuto, come ha detto, al compito di occupare l'intero Donbass, e che deve espellerci dal fronte di Kursk. Ha questi due compiti", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una conferenza stampa. "Sono sicuro che vuole espellerci prima del 20 gennaio. Per lui è molto importante dimostrare che ha il controllo della situazione", ha aggiunto. Dallo scorso agosto, le truppe ucraine hanno perso il territorio che occupavano nella regione russa, dove Putin sta concentrando circa 50.000 soldati, tra cui circa 11.000 nordcoreani, per cercare di espellere le forze di Kiev. Kursk e la vicina Bryansk sono state prese di mira questa settimana dai primi due attacchi ucraini con missili a lungo raggio di fabbricazione americana e britannica, dopo di che Mosca ha lanciato per la prima volta un missile balistico ipersonico Oreshnik contro una fabbrica di armi nella regione ucraina orientale di Dnipro. Nonostante tutto, l'Ucraina e' determinata a continuare a difendere le sue posizioni a Kursk, poiché il loro mantenimento le dà un certo vantaggio in un eventuale negoziato con la Russia.
Reclutare soldati stranieri "è un segno di debolezza" per Vladimir Putin, perché "vuol dire che c'è qualcosa che non va in Russia", e cioè quanto sia diventato difficile il reclutamento tra i russi dopo le numerose perdite subite in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a 'In Mezz'ora' rispondendo ad una domanda sulla notizia del Ft che Mosca starebbe reclutando le milizie yemenite degli Houthi, oltre ai nordcoreani. Per Tajani si tratta di "soldati che non sanno dove vanno e per quali motivazioni combattono", mentre invece gli ucraini lottano per difendere la propria terra. Quanto poi alle minacce nucleari di Putin, secondo Tajani si tratta di uno "strumento per spaventare l'avversario", così come l'annuncio di nuovi missili, che sembra più "progapaganda". Anche se, ha puntualizzato il ministro, questi messaggi "non vanno mai sottovalutati".
La Russia sta reclutando centinaia di yemeniti per mandarli a combattere in Ucraina, secondo quanto scrive oggi il Financial Times, che cita fonti informate: reclutamenti che evidenziano come ci sia un rapporto sempre più stretto fra Mosca e i ribelli sciiti yemeniti filoiraniani Houthi, che combattono contro Israele, gli Stati Uniti e l'Occidente, lanciando missili e droni contro navi occidentali e creando gravi problemi al traffico commerciale nel Mar Rosso. Il quotidiano finanziario britannico scrive di aver interpellato alcune di queste reclute yemenite, afflitte dalla povertà estrema e dalla guerra in patria, che affermano di aver viaggiato in Russia dietro la promessa di impieghi ben pagati e persino della cittadinanza. Ma una volta arrivati, grazie a enti collegati agli Houthi - scrive il Ft -, sono stati invece reclutati a forza nelle forze armate russe e inviati a combattere sul fronte ucraino, con pochi volontari fra loro. Le reclute yemenite, che non sono state quantificate, si aggiungerebbero così al novero delle forze mercenarie e straniere usate come carne da cannone, che includono, oltre ai 10-12.000 nordcoreani, anche nepalesi e indiani e da altri Paesi del Medio Oriente. Svelando, ricorda il giornale, due dati di fatto: che Putin, con la crescita del suo sforzo bellico in Ucraina, cerca di evitare la mobilitazione generale in Russia a fronte delle enormi perdite di uomini che subisce nelle trincee; e che Mosca, nel crescente scontro con l'Occidente, si sta avvicinando sempre più all'Iran e ai suoi alleati in Medio Oriente.