Roma, 20 agosto 2024 – Mosca sempre più nervosa per l’incursione ucraina nel Kursk continua a lanciare accuse all’Occidente, anche direttamente agli Stati Uniti, mentre l’Ue afferma che il blitz di Kiev è “conseguenza delle azioni illegali di Putin”. Intanto il Parlamento ucraino ha adottato un disegno di legge che prevede la messa al bando della Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca e spesso considerata un agente d'influenza del Cremlino. Si è subito scatenata l’ira l'arciprete Nikolai Balashov, consigliere del Patriarca Kirill.
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La Russia raggiungerà i suoi obiettivi contro gli ucraini che "commettono crimini nella regione di Kursk" così come ha raggiunto i suoi obiettivi nella lotta al terrorismo, e "su questo non ci possono essere dubbi". Lo ha detto il presidente Vladimir Putin incontrando a Beslan le madri dei bambini uccisi nell'attacco terroristico del 2004. Lo riferiscono le agenzie russe.
"Il divieto mira ad espandere la persecuzione del regime di Kiev contro la Chiesa ortodossa ucraina e l'evidente violazione dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale nel campo della libertà religiosa". Così l'arciprete Nikolai Balashov, consigliere del Patriarca di Mosca Kirill, ha commentato a Ria Novosti l'approvazione da parte del Parlamento ucraino di un disegno di legge che potrebbe portare a vietare l'attività della Chiesa ortodossa ucraina che era legata ufficialmente al Patriarcato di Mosca fino all'inizio della guerra russo-ucraina.
Mosca ha protestato ufficialmente con gli Usa per la presenza di reporter americani nella regione russa di Kursk al seguito delle truppe d'invasione ucraine e per quella che viene denunciata come la partecipazione all'offensiva di "corpi privati militari" statunitensi. Lo afferma il ministero degli Esteri, annunciando di avere convocato l'incaricato d'affari presso l'ambasciata americana in Russia. Tali fatti, si aggiunge nella nota, "provano chiaramente il coinvolgimento degli Stati Uniti come partecipanti diretti nel conflitto".