Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Ucraina, l'analista: "Putin accusa il colpo ma non molla. Ecco la sua strategia"

Nona Mikhelidze analizza la situazione a Mosca dopo la controffensiva di Kiev e prevede un intesificarsi del ricatto verso l'occidente: gas, petrolio e propaganda filorussa. No a mobilitazione generale e improbabile l'uso di armi nucleari tattiche

il presidente russo Vladimir Putin (Ansa)

il presidente russo Vladimir Putin (Ansa)

Roma, 14 settembre 2022 - Nona Mikhelidze, analista dell’Istituto Affari Internazionali, cosa cambia con la disfatta russa nell’est dell’oblast di Kharkiv? La fine della guerra potrebbe avvicinarsi? "Ho sempre sostenuto che la guerra non sarebbe stata breve e anche dopo questa controffensiva, che ha determinato una importante ritirata russa, rimango cauta: la situazione sul campo è cambiata radicalmente ma questo non ci fa dire il conflitto potrebbe finire a breve. Forse però siamo all’inizio della svolta. Forse il vento è cambiato. Mosca sin da giugno ha perso la forza propulsiva dell’avanzata, è andata in stallo, e adesso tocca a Kiev avere l’iniziativa. Ma non è ancora l’ora della diplomazia. Putin ha detto che non si parla di negoziati, così anche Zelensky: la parola è quindi ancora alle armi".

Come possono rispondere i russi? "In cinque giorni non  hanno risposto in alcun modo se con con una ritirata precipotosa e con bombardamenti di obiettivi civili. Hanno chiaramente problemi di risorse, e una  incapacità di avere una consapevolezza strategica leggendo il campo di battaglia con intelligence, satelliti e droni: tenteranno di consolidare i territori che ancora controllano, non oltre".

Cambiano adesso gli obiettivi di Putin? "Nessuno sa cosa c’è nella testa di Putin, ma quello che possiamo capire, è che nel regime c’è confusione al punto che persino i canali tv, strumento di propaganda, sono andati in tilt e non hanno saputo negare l’evidenza. Ieri il primo canale russo ha aperto il telegiornale dicendo: questa è stata la più difficile settimana per i nostri ragazzi. Quando il primo canale russo fa una affermazione del genere ci fa capire che qualcosa sta cambiando. Ci sono segnali che qualcosa sta sfuggendo di mano a Putin e che controllare questo processo sarà sempre più difficile".

Potrebbe dichiarare vittoria a prescindere e fermare l'operazione speciale. "Sarebbe un'operazione poco credibile. Non mi aspetto che cambi a breve i suoi obiettivi politici anche se non sono militarmente raggiungibili. Putin ormai è vittima della sua narrativa, della sua retorica. Ha alzato talmente l’asticella che fare un passo indietro diventa difficile perchè metterebbe a rischio il suo stesso potere. Putin ha tre carte da giocare: il ricatto del gas contro gli europei, il ricatto sulla centrale di Zaporizhia, l’uso dei propagandisti filoputin europei per cercare di bloccare le sanzioni e l’invio delle armi. In questo modo tenterà di dividere l’occidente da Kiev".

I 'falchi' di Mosca vorrebbero, di contro, la mobilitazione generale. "La mobilitazione generale ibrida è da mesi che va avanti con scarsissimi risultati. Una mobilitazione generale porterebbe la guerra nelle case dei russi. Già oggi se c’è un consenso per l’operazione militare speciale, non c’è se si chiede ai russi se sarebbero disponibili a una tassa per finanziarla. E tanto meno lo sarebbe se si chiedesse a tutti i russi di andare a combattere. E Putin lo sa: la mobilitazione generale eroderebbe il suo consenso. Non a caso Peskov l'ha ancora esclusa".

E’ pensabile  un utilizzo di armi nucleari tattiche? "Escludo l’uso di armi nucleari tattiche perché non ne vedo l’utilità strategica. E poi cosa direbbe ai russi? Che usare la bomba atomica contro i civili  è una forma di denazificazione?  I russi non lo capirebbero".

Vede il dissenso russo in crescita? "Al di là dei numero degli insoddisfatti, non credo che raggiungerà una massa tale da costringere Putin a un passo indietro. Un cambiamento del genere in Russia di solito arriva dal sistema, e non dal basso. Nel sistema di potere di Putin ci sono delle perplessità, l’elite ha capito che questa guerra la Russia può vincerla, e qualcuno inizia a guardarsi intorno per possibili nuovi leader. Forse una nuova disfatta come quella vista in questi giorni potrebbe fare da detonatore". 

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