Kiev, 31 gennaio 202 – Ucraina e Russia hanno concluso lo scambio di prigionieri di cui si parla da giorni, il 50esimo dall’inizio della guerra secondo fonti ucraine. Kiev e Mosca hanno annunciato contemporaneamente l’operazione, anche se i numeri non combaciano. Il ministero della Difesa russo ha parlato di 195 detenuti rilasciati per parte, mentre il presidente ucraino Volodomyr Zelensky saluta il ritorno a casa di “207 nostri ragazzi”.
Sullo sfondo c’è ancora il giallo dell’aereo russo caduto a Belgorod (abbattuto da Kiev secondo Mosca), a bordo del quale, secondo i russi, c’erano 65 prigionieri ucraini destinati a uno scambio. Scambio che in quell’occasione poi non avvenne. Il governo ucraino intanto aspetta la decisione dell’Unione europea sugli aiuti militari a Kiev. Il Consiglio Ue è chiamato infatti a trovare una quadra domani al vertice straordinario, per evitare il veto dell’Ungheria. Fervono le trattative: in ballo ci sono 50 miliardi.
Le ultime notizie
La Russia ha annunciato di aver distrutto 20 missili lanciati dall'Ucraina sul Mar Nero e sulla penisola di Crimea annessa da Mosca. "La difesa aerea ha distrutto 17 missili ucraini sul Mar Nero e altri tre sulla penisola di Crimea", ha riferito sui social media il ministero della Difesa russo.
La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha respinto oggi la maggior parte delle accuse di Kiev secondo cui Mosca avrebbe finanziato il "terrorismo" nell'Ucraina orientale e quelle per discriminazione della minoranza tatara in Crimea, affermando solo che la Russia avrebbe dovuto indagare su alcuni atti. Il caso risale al 2017 quando l'Ucraina accusò la Russia davanti alla Corte di essere uno "Stato terrorista" per aver sostenuto i separatisti filo-russi nel Donbass. Venerdì la stessa Corte si pronuncerà in un altro caso sull'invasione russa iniziata due anni fa.
Il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valerij Zaluzhny non è stato licenziato dal presidente Volodymyr Zelensky per le pressioni occidentali, contrarie alla decisione, e perché i possibili sostituti hanno declinato. Lo scrive oggi The Times, citando fonti e rilanciando le voci sul possibile siluramento di Zaluzhny, vicenda che catalizza l'attenzione dei media da giorni dopo le indiscrezioni su un incontro tra il presidente e il capo delle forze armate durante il quale Zelensky avrebbe proposto a Zaluzhny di dimettersi. La testata britannca titola "Zelensky ha fatto un'inversione a U dopo aver detto al primo tra i suoi generali che sarebbe stato licenziato". Secondo le fonti del Times, sia il comandate delle truppe di terra Aleksandr Sirksy che il capo dei servizi di intelligence militare Kirillo Budanov non avrebbero dato disponibilità ad assumere l'incarico al posto di Zaluzhny. E comunque il fattore decisivo sarebbero state le pressioni da parte occidentale, data la forte popolarità e la perizia del capo delle forze armate.
La Russia e l' Ucraina hanno annunciato un nuovo scambio di centinaia di prigionieri di guerra. "I nostri sono a casa. 207 ragazzi», ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram aggiungendo che "dobbiamo riportare a casa tutti. Ci stiamo lavorando". Contemporaneamente, il ministero della Difesa russo ha annunciato che «a seguito dei colloqui, 195 soldati russi sono stati restituiti dalla prigionia" in Ucraina.
"Abbiamo appena concordato con i ministri della Difesa dell'Ue che manterremo la nostra promessa di consegnare 1 milione di proiettili di artiglieria all' Ucraina. Oltre 500mila proiettili saranno forniti entro la fine di marzo mentre oltre 1,1 milioni di pezzi arriveranno entro la fine del 2024". Lo ha scritto il ministro della Difesa dell'Estonia Hanno Pevkur su Twitter.
Nel corso del 2024 l'Ucraina potrà contare su forniture militari pari a un controvalore di "almeno 20 miliardi di euro". È quanto assicurano fonti qualificate mentre è in corso il
consiglio informale difesa a Bruxelles. La cifra si ricava dalle promesse avanzate da nove Stati membri dell'Ue in seguito al sondaggio chiesto dalla Germania, che da sola ha promesso otto miliardi. In tutto, a quanto si apprende, 17 Paesi Ue - su 27 - hanno risposto alla richiesta di informazioni inviata dal Servizio di Azione Esterna dell'Ue e la cifra totale potrebbe dunque salire al termine delle analisi.