Mercoledì 19 Marzo 2025
BEPPE BONI
Esteri

Ucraina, dove può arrivare il negoziato con la Russia. “Kiev dovrà cedere le terre occupate”

L’analista geopolitico Fabbri: il confronto diretto tra i presidenti non risolve la situazione ma è un primo passo

Ucraina, dove può arrivare il negoziato con la Russia. “Kiev dovrà cedere le terre occupate”

Roma, 19 marzo 2025 – Una telefonata allunga la vita, recitava un vecchio spot pubblicitario di Armando Testa. La speranza è che il colloquio di ieri tra Donald Trump e Vladimir Putin sia davvero uno spiraglio per la fine del conflitto e verso una nuova vita dell’Ucraina.

Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino, è un passo concreto verso la pace o un incontro non ancora risolutivo?

“Direi che siamo ad un fase interlocutoria. Di fatto non è stato deciso nulla di concreto, ma il confronto diretto tra i due leader offre spunti molto interessanti. La situazione è estremamente complessa e non si può risolvere solo attraverso una telefonata, pur molto attesa”.

Il presidente ucraino, il 47enne Volodymyr Zelensky, al cimitero di Lviv
Il presidente ucraino, il 47enne Volodymyr Zelensky, al cimitero di Lviv

Al di là di un cessate il fuoco che obiettivi si pone Donald Trump?

“Il suo principale obiettivo è duplice. Primo, stabilire un rapporto diretto con la Russia separandola dall’abbraccio con la Cina, in accordo con gli apparati americani. Secondo, arrivare in fretta ad un accordo con l’Ucraina per lo sfruttamento delle terre rare, di cui si parla da settimane”.

La Russia intanto ha cessato per 30 giorni gli attacchi alle fonti energetiche.

“Con ogni probabilità fa parte del gioco. Evidentemente Trump ha ottenuto di preservare le centrali in vista appunto della possibilità di estrazione delle terre rare in Ucraina, attività per la quale è importante avere a disposizione strutture energetiche in attività e non danneggiate”.

Putin chiede anche di fermare l’invio di armi e l’attività di intelligence.

“Per arrivare a questo Mosca deve concedere qualcosa in più. Sarebbe possibile forse con un cessate il fuoco totale. E allora i Paesi europei potrebbero seguire la linea tracciata dagli Stati Uniti”.

Sui territori occupati Mosca sembra irremovibile, Kiev dovrà cedere?

“L’Ucraina sarà costretta fare molti passi indietro. E certamente la Russia manterrà una grossa parte delle aree attualmente occupate con la forza. Ma tutto ciò dovrà far parte di una trattativa non ancora iniziata e quindi oggettivamente in alto mare”.

Donald Trump parla di grandi accordi economici a conflitto finito. Sarà coinvolta anche l’Europa?

“Anche su questo non ci sono certezze. Di certo il presidente Usa ha dichiarato che alla fine della guerra in Ucraina ci saranno molti lavoratori americani per l’estrazione di materiali critici e terre rare”.

Truppe in Ucraina per vigilare sulla futura pace, meglio l’ombrello dell’Onu o meglio Paesi terzi, non europei come chiede Putin?

“Forse la soluzione possibile è coinvolgere anche Paesi non europei come l’Australia, l’India, la stessa Cina”.

In questo scenario si sta profilando un nuovo ordine mondiale?

“Non proprio un nuovo ordine mondiale, ma certamente una triangolazione tattica tra le superpotenze diversa rispetto allo schema a cui siamo stati abituati dopo la fine della seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti si avvicinano alla Russia in funzione anti-cinese. A Trump interessa soprattutto questo”.

È finita l’era in cui gli Usa erano il bene contro il male.

“È sempre stata percezione degli europei, in parte anche corretta. In realtà le potenze pensano a consolidare la propria potenza e l’economia diventa uno strumento per raggiungere l’obiettivo”.

Le dichiarazioni di Ursula von der Leyen sull’impegno per la difesa dell’Europa sono esagerate?

“Sono da prendere con una certa relatività. Si tratta di indicazioni per la sicurezza e non un diktat. Ogni Paese poi si arma in proprio”.