Martedì 12 Novembre 2024

Ucraina, Mosca: “I missili Sarmat sono in modalità combattimento”. Cosa sono e perché la Nato li teme

Il Pentagono li chiama Satan 2, possono trasportare 15 testate nucleari a 18.000 chilometri di distanza senza essere intercettati

Missile intercontinentale RS-28 Sarmat

Missile intercontinentale RS-28 Sarmat

Roma, 1 settembre 2023 - Il sistema missilistico strategico russo Sarmat è stato posto in "modalità da combattimento". La Russia ha così innalzato il livello di allerta, ha dichiarato Borisov, capo dell'Agenzia spaziale russa Roscosmos. L'equipaggio del sistema missilistico strategico ha assunto il servizio operativo.

Satan 2

Il sistema RS-28 Sarmat (nome in codice NATO: SS-30 Satan 2), è stato progettato per le Forze missilistiche strategiche russe. Il missile balistico intercontinentale, che ha sostituito il vecchio R-36M, è capace di eludere le difese missilistiche grazie alla velocità di salita, e può portare in zona suborbitale fino a 15 testate nucleari (MIRV) o 24 veicoli ipersonici Avangard (MARV). Il Sarmat ha un raggio d'azione di circa 18.000 km.

Velocità 20 volte quella del suono

Lo stesso Putin elogiò la nuova arma dopo i test: "Può penetrare ogni sistema di difesa missilistica presente e futura e farà riflettere chi ci sta minacciando". Il progetto risale al 2008, i test sono iniziati nel 2015. Il missile è lungo più di 35 metri e supera le 200 tonnellate di peso. La velocità è di 20 volte quella del suono, il raggio d'azione possibile raggiungerebbe i 18mila chilometri, bucando le difese le difese missilistiche.

Putin pronto a tutto per difendere la Russia

Il vettore il Sarmat RS-28 è stato testato nell'aprile del 2022 in un evento seguito in diretta dal presidente Putin, che aveva poi affermato che sarebbe dovuto diventare operativo entro la fine dello scorso anno in una base nel territorio di Krasnoyarsk, nella regione centrale della Siberia, ma poi c'è stato un ritardo. Infatti si pensava che il primo Sarmat sarebbe entrato in servizio alla fine del 2022. Ma solo nel febbraio 2023, il capo del Cremlino russo ha annunciato che il complesso "con un nuovo missile pesante" sarebbe stato presto pronto per l'uso. Putin ha ripetutamente affermato fin dall'inizio della guerra che la Russia sarebbe stata pronta a usare tutti i mezzi, comprese le armi nucleari, per difendere la sua "integrità territoriale".

Il rischio di utilizzo della terribile arma è alto. Mosca potrebbe rispondere così al crescendo di attacchi delle forze ucraine in territorio russo (Proprio quello che Biden voleva evitare limitando gli armamenti richiesti da Kiev, ndr), come gli ultimi due droni ucraini su Kurchatov, città russa dove si trova una centrale nucleare. Di conseguenza il livello di allarme del Cremlino sta salendo pericolosamente.