Roma, 14 settembre 2024 – Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer ieri sera ne hanno parlato nel faccia a faccia alla Casa Bianca. Sarebbero in linea di massima favorevoli ad un via libera limitato all’uso da parte di Kiev dei missili a medio raggio occidentali contro obiettivi militari russi.
Secondo il New York Times il via libera riguarderebbe al momento armi non americane, quindi non i missili Atacms – o almeno non subito – ma solo i missili britannici Storm Shadow, per i quali il premier laburista ha cercato l’approvazione di Washington. "Per gli Stati Uniti non c’è alcun cambio nella politica sull’uso delle armi a lungo raggio da parte dell’Ucraina", ha spiegato ieri il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza Usa, John Kirby. Mosca agita lo spauracchio nucleare. E questo ha un suo effetto. Giovedì Putin ha detto che "tenendo conto del cambiamento della natura del conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce che affronteremo". E ieri il suo portavoce ha ribadito il concetto.
“La dichiarazione di ieri di Putin – ha detto Dmitri Peskov – è estremamente chiara, inequivocabile e non consente doppie letture. Non abbiamo dubbi che questa dichiarazione abbia raggiunto i suoi destinatari". Mosca ha mosso anche l’ambasciatore alle Nazioni Unite. In una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’ambasciatore russo Vassili Nebenzia ha sottolineato gli avvertimenti del presidente Vladimir Putin. "Questo potenziale sviluppo cambia radicalmente le nostre relazioni con l’Occidente", ha insistito l’ambasciatore. "Se la decisione di eliminare le restrizioni verrà presa davvero, significherà che da quel momento in poi i Paesi della Nato intraprenderanno una guerra diretta contro la Russia".
Per rendere più chiaro il concetto, Mosca ieri ha deciso di espellere sei diplomatici britannici dalla Russia – tre uomini e tre donne – "perché le loro attività di spionaggio nel Paese erano oramai fuori controllo", ha spiegato una fonte dell’Fsb. Londra ovviamente nega che si trattasse di spie, ma fa parte del gioco. "Non è però in discussione una rottura delle relazioni diplomatiche con il Regno Unito", ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Resta un segnale a Starmer. Va detto che la posizione americana e britannica (e dell’Alto rappresentate Ue, Borrell, assolutamente favorevole all’uso) è distinta da quella Italiana, con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha sempre detto, e ieri ha ribadito il concetto, che "non c’è e non ci sarà nessuna autorizzazione all’uso di armi italiane su suolo russo".
“In generale – osserva Alessandro Marrone responsabile difesa dello Iai – ci vuole sempre grande cautela nei messaggi che vengono da Mosca perché si tratta di una potenza nucleare che ha una consuetudine ad aggredire Stati sovrani. Detto questo, negli ultimi due anni e mezzo più volte Putin ha minacciato l’Occidente, delineando una serie di linee rosse, poi superate senza conseguenze. Quindi, io credo che sia probabile, anche se non certo, che nelle prossime settimane Usa e Gran Bretagna toglieranno alcune restrizioni, non tutte, e che questo porterà ad una retorica ancora più aggressiva da parte russa ma è assai difficile, anche se non impossibile, che possa spingere Mosca all’uso dell’arma nucleare, o anche ad un attacco convenzionale contro obiettivi Nato". Probabile. Ma nessuno ha delle certezze.
“Le linee rosse – sottolinea Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation – sono fatte per l’opinione pubblica, però quando io ho un avversario dotato di armi nucleari dovrei cercare di non sottovalutare quel che vuole dirmi. Magari non succede nulla, magari un attacco missilistico ucraino sul suolo russo non è automaticamente considerato un attacco vitale al quale rispondere con l’arma atomica, ma è una incognita. Temo che l’avvertimento di Putin venga sottovalutato e mi auguro che questa sottovalutazione non abbia conseguenze. Ma credo che Biden, che conosce la logica e la grammatica della deterrenza, valuterà con grande attenzione il da farsi". E infatti.