ROMA
Una offensiva russa che prosegue, il segretario di Stato americano che vola a Kiev per assicurare che le armi e le munizioni lungamente attese stanno arrivando. L’avanzata delle truppe russe nella parte nord dell’oblast di Kharkiv prosegue. Nell’asse di penetrazione più occidentale, quello verso Lipsy (distante 5.5 chilometri) e Kharkiv (il cui centro si trova ancora a 32 km, ma la periferia a 27/29, quindi a tiro dell’artiglieria nemica) i russi hanno preso due villaggi, Lukyantsy e Hlyboke e preso altri 17 chilometri quadrati, ma le due brigate ucraine e un battaglione della 125esima, assieme al battaglione ceceno Ickerian, hanno rallentato l’avanzata e anzi ripreso 8 chilometri di “zona contesa“.
Ad Est invece l’avanzata russa prosegue con maggior vigore, stante la minore presenza di forze ucraine, solo tre battaglioni, e le avanguardie russe avrebbero raggiunto il villaggio di Bugrovatka e la periferia settentrionale di Vovchansk, centro che una volta aveva 15mila abitanti e ora è semidistrutto dai bombardamenti. Da parte sua Mosca usa toni trionfalistici. Dice che le sue truppe hanno conquistato la periferia settentrionale e orientale di Vovchansk e ormai si combatte nelle strade della cittadina. Nell’asse orientale dell’avanzata di Kharkiv i chilometri quadrati conquistati dei russi sono 24, ma gli ucraini hanno ripreso, grazie al fatto che i russi si sono concentrati su Vovchansk, 11 chilometri dell’area contesa.
Parlando con il New York Times il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov ha detto che "al fronte la situazione è al limite" e che "abbiamo usato tutte le nostre riserve", ma come osserva il quotidiano ucraino Strana, "queste dichiarazioni catastrofiste hanno presumibilmente lo scopo di accelerare l’invio di armi". Ed è precisamente per questo che ieri il segretario di Stato Blinken è volato a Kiev poche settimane dopo che il Congresso degli Stati Uniti ha finalmente approvato un pacchetto di aiuti finanziari da 61 miliardi di dollari per l’Ucraina.
"Una parte è già arrivata, altri ne arriveranno – ha detto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky – e questo farà davvero la differenza contro l’aggressione russa in corso. Siamo con voi e lo resteremo fino a che la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina saranno garantite. Vogliamo che l’Ucraina vinca e ci impegnano a farlo". Blinken ha anche promesso che gli Stati Uniti "intendono utilizzare i beni russi sequestrati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina"; e ha detto che "stiamo collaborando con gli altri Paesi del G7 perché facciano altrettanto". Da parte sua Volodymyr Zelensky ha rilanciato il suo appello agli alleati occidentali ad "accelerare" la fornitura di armi all’Ucraina, per far fronte alla nuova offensiva dei russi. "Abbiamo bisogno di una notevole accelerazione delle forniture. Ora passa troppo tempo tra l’annuncio dei pacchetti e l’effettiva comparsa delle armi in prima linea. Nell’incontro con il segretario Blinken è stata discussa in dettaglio la situazione sul campo di battaglia e in particolare abbiamo parlato della fornitura di due sistemi Patriot per la protezione dei civili a Kharkiv".
A Mosca intanto – dopo un rimpasto che ha blindato la cerchia dei fedelissimi e avviato un’operazione di pulizia all’interno del Ministero della Difesa, Vladimir Putin ha annunciato la nomina nella cerchia dei consiglieri di Alexei Dyumin e del fedelissimo Nikolai Patrushev, in precedenza rimosso dalla guida del Consiglio di Sicurezza nazionale. Per fare posto a Shoigu, “silurato“ alla Difesa – e prende la strada di Pechino, dove sarà domani e dopodomani. È la sua prima visita all’estero da quando ha cominciato il quinto mandato da presidente e un nuovo incontro con il leader cinese Xi Jinping è la riconferma di una alleanza strategica chiave.
Alessandro Farruggia