Giovedì 19 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Ucraina, fortezza Donbass: ecco la situazione e i piani dei russi

Si è aperta una settimana decisiva per la guerra, ecco cosa vuole Putin

Roma 2 maggio 2022 - Quella che si è aperta ieri è una settimana decisiva per l’andamento della guerra. Se le truppe di Putin sfonderanno le linee ucraine in Donbass e riusciranno ad accerchiare le forze – almeno 40 mila uomini di alcune delle migliori unità di Kiev  – che difendono la “linea di contatto“ con le forze separatiste e le città di Slaviansk e Kramatorsk e quelle di Sevierodonetsk e Lisychansk, Putin potrebbe forse ritenersi soddisfatto, annunciare le vittoria in occasione della celebrazione nella guerra contro i nazisti (9 maggio) e andare al tavolo di trattativa con il controllo della maggior parte del Donbass più la striscia tra la Crimea e in Donbass, Kherson incluse e Zhaporizhia esclusa. Se gli ucraini cedessero clamorosamente, Putin potrebbe anche tentare il colpo grosso e avanzare varso Zaporizhia e Kryvyi Rih ma sopratto verso Mikolayev – dove le sue truppe sono già state sconfitte dagli ucraini che le hanno ricacciate verso Kherson – che, se conquistata, aprirebbe la strada verso Odessa e la Transnistria. Ma questo è altamente improbabile. Più probabile che le avanzate siano ancora limitate. E che Putin sia costretto a scegliere se annunciare una mezza vittoria o continuare la guerra. 

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Situazione sul campo

I russi possono contare in Donbass e nel Sud su 74-78 BTG (i gruppi tattici di battaglione russi, forti complessivamente di 44-60 mila uomini) . I russi in questi giorni hanno migliorato la loro tattica e avanzano – tra Izium e Seviedierodonetsk – su sei direttici diverse da nord e nord-est.

La prima è su Ruibizhne (conquistata a metà, distrutta dai bombardamenti ma diventata una fortezza per i difensori), la seconda, di maggiore successo, da Svatove ha portato la conquista di Zarichne, con le truppe russe che si trovano ora alle porte di Yampil e di Lyman. Il terzo asse, più a ovest e parallelo al precedente, va verso Dobrischevo. Ancora più a ovest e sempre parallelo il quarto asse, rinforzato dalla 35° brigata fucilieri motorizzata, dove i russi, prese Yatsivka e Orlove, puntano verso Olexandrivka. Qui gli ucraini hanno ritirato la 81° brigata aeromobile facendola attestare a protezione di Sviatokirsk. Di grande importanza il quinto asse, che da Izium ha portato alla conquista di molti villaggi fino alle porte di Nova Dmitrivka. I russi impegano qui la 1° armata corazzata del distretto miliatre occidentale e il 35° e 68° del distretto orientale. Per fermare questa avanzata che punta su Barvinkove, a ovest di Sloviansk, gli ucraini hanno invato la 4° e la 17° brigata corazzate. Ieri qui è stata utilizzata con successo anche l’artiglieri pesante ucraina che ha duramente colpito una colonna corazzata russa nei pressi di Sulvivika. Sesto e ultimo asse, di supporto al quinto, quello che punta verso Hurishvaka. I russi invece non riescono ad avanzare da sudest, lungo la linea di contatto con le repubbliche separatiste, che è stata fortificata dagli ucraini. Unica eccezione, Popasna, dove i russi hanno sfondato e raggiunto il centro della cittadina, dove da giorni si combatte casa per casa.

Nel sud, presa Volnovakha, i russi di sono arenati e l’unico fronte di avanzamento nella zona di Velyka Novosilka, dove l’avanzata russa è stata però fermata. Stabili i fronti verso Zhaporizhia e Kryvyi Rih e così quello verso Mikolayev. Il focus è tutto sul Donbass. Da notare che i russi hanno la superiorità nell’artiglieria pesante ma nei prossimi 10-15 giorni gli ucraini dovrebbero poter schierare 90 obici semoventi da 155 mm (la metà sono già in Ucraina) forniti da americani e canadesi con 190.000 colpi, più un numero non noto di obici semoventi da 155 mm francesi,  e questo potrebbe alterare significativamente il bilancio delle forze bloccando del tutto l’avanzata russa.

Gli scenari

Il piano originario era quello dell’“accerchiamento largo“, con una direttrice di attacco settentrionale da Izyum puntava verso Pavlovrad e una da sud che da Hulyapolie/Velyka Novosika avrebbe dovuto ricongiungersi a Pavolvrad. Il fronte di 120 km (dove al centro non erano presenti rilevanti forze ucraine) è però troppo lungo e troppo esposto a contrattacchi ucraini sui due lati dell’avanzata: i russi rischiavano di essere presi in mezzo e così hanno ridimesionato i loro piani. Secondo fonti occidentali l’avanzata è ora a settentrione da Izium – asse numero cinque – e da sud da Velyka Noviosilka per ricongiungersi a ovest di Kramatosk/Sloviansk. Ma è anche questo un piano ambizioso, alla luce dei limitati avanzamenti ottenuti dalle truppe russe, e le percentuali di successo sono inferiori al 50%. Probabilmente le truppe di Mosca non riusciranno a chiudere l’accerchiamento e si concentreranno nell’attacco da nord e da ovest di Kramatorsk e Slovyansk. Troppo poco per Putin. Il bilancio verrà fatto alla vigilia della celebrazione del 9 maggio e se dovese essere del tutto insoddisfacente il timore degli stati maggiori occidentali è che – messa da parte la finzione dell’“operazione speciale“ – Putin possa annunciare la guerra vera e propria con mobilitazione generale. Uno scenario che allungherebbe indefinitamente la guerra. 

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