Roma, 20 novembre 2024 – Una guerra di attrito, destinata a proseguire nonostante l’impiego limitato dei missili americani oltre confine. Un presidente che non è intenzionato ad arrendersi e un Paese, l’Ucraina, che potrebbe subire attacchi ancora più violenti. Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes, spiega perché l’impiego dei missili Atamcs non sarà risolutivo.
Germano Dottori, cosa cambia con la nuova dottrina nucleare russa?
“Bisogna vedere i dettagli del documento e le nuove condizioni che regoleranno il ricorso alle armi nucleari da parte dei russi. Fino a questo momento, la dottrina ne prevedeva l’utilizzo solo in caso di minaccia all’integrità territoriale e la sovranità nazionale russa. Occorre verificare attentamente se questa nuova versione alleggerisca o meno le soglie di utilizzo”.
Dal punto di vista squisitamente militare, quanti danni possono fare concretamente ai russi i missili americani?
“Intanto conferiscono agli ucraini la possibilità di colpire più in profondità e quindi raggiungere anche il cosiddetto territorio “metropolitano” della Federazione Russa, quello situato al di là delle province ucraine che Mosca ha annesso dopo il 24 febbraio 2022. È stata accresciuta la capacità degli ucraini di colpire e di arrecare dei danni sul suolo russo. Quello che disturba il Cremlino non sono solo gli attacchi agli obiettivi militari, ma che i missili americani possano colpire anche le città, che così verrebbero esposte direttamente alla guerra”.
Insomma, saranno tutto fuorché decisivi.
“È evidente che non basteranno a cambiare l’equilibrio sul campo. Si tratta però di qualcosa che accresce il costo politico della prosecuzione delle ostilità per la Russia”.
Tecnicamente, da chi sono gestiti quei missili? Chi li manovra?
“Si tratta di un argomento abbastanza sensibile. Anzitutto, è da dare per sicuro che la manutenzione di questi sistemi sia effettuata da personale che ne ha cognizione tecnica. Quindi molto probabilmente personale fornito dalle società che li producono. Questa è una prassi che seguiamo anche noi, quando cediamo materiali d’armamento ad altri Paesi che ancora non ne dispongono o non abbiano maturato sul posto la capacità necessaria alla loro manutenzione”.
Di quanti missili avrebbe bisogno l’Ucraina per poter vincere la guerra?
“Non credo che possa essere un dato quantificabile. Il problema fondamentale è che questa è una guerra di attrito, che si combatte prevalentemente sul terreno e dove la variabile determinante è la demografia, cioè il numero degli uomini e delle donne che possono essere mobilitati, armati e portati a combattere. È così praticamente quasi dall’inizio, dopo il fallimento della guerra lampo dei russi. Credo che il conflitto continuerà ad andare avanti in questa maniera”.
A questo punto cosa farà Putin?
“Io penso che da qualche anno noi fatichiamo a comprendere la razionalità strategica dei russi. Ci hanno già sorpresi nel 2022. Sicuramente hanno un loro modo di ragionare, ma non è il nostro, per cui ci risulta difficile comprendere le loro reazioni e cosa si immaginino di poter ottenere da un certo tipo di postura. Dal mio punto di vista, si innervosiranno ulteriormente e saranno probabilmente indotti ad applicare quantità maggiori di violenza sui bersagli in Ucraina, senza peraltro che tutto questo risolva nulla, ma paradossalmente rendendo più complicato per Trump eventualmente arrivare a una tregua”.