Roma, 27 maggio 2023 – L’offensiva ucraina è sempre più vicina, può scattare domani, tra tre giorni, una settimana o due. Ma è imminente. In questi giorni sono aumentati gli attacchi ucraini in profondità, attacchi che hanno fatto scrivere più d’uno che l’offensiva “è già iniziata”. Niente di tutto questo. Quello che i comandi ucraini stanno facendo è il cosiddetto “shaping”, la modellazione del campo di battaglia, che viene attuata – con attacchi come quelli visti in queste ore e in questi giorni nel sud dell’Ucraina, al porto di Berdiansk come a Mariupol e Melitopol, ma anche negli oblast di Lugansk e Donetsk – con azioni in profondità condotte sia con i lanciarazzi MLRS Himars sia con missili da crociera a lungo raggio Storm Shadow, che mirano a colpire centri di comando e controllo, depositi di munizioni e di carburante, postazioni missilistiche antiaeree, batterie di artiglieria, aeroporti, radar e concentrazioni di truppe. L’obiettivo è debilitare il nemico, secondo una tattica usuale in caso di vaste offensive. Azione simili si sono viste, ad esempio, da parte degli americani sia in Serbia sia nella seconda guerra in Iraq, anche se loro utilizzavano soprattutto l’aviazione, cosa che Kiev non può fare per mancanza di velivoli. .
Da dove partirà l’offensiva ucraina?
Ma quando scatterà l’ora X dove muoveranno le brigate ucraine? L’aspettativa della popolazione ucraina è un attacco nel sud per spezzare la continuità territoriale tra Crimea e Donbass, ma nella zona si trovano 150mila soldati russi, che hanno piazzato molte linee di difese anticarro. Un attacco qui, se anche sfondasse, lo farebbe con gravi perdite. Meglio allora attaccare in altre zone.
Secondo alcuni analisti sarebbe molto più intelligente attaccare a nord, a sud di Kupiansk, per cercare di sfondare verso Svatovo e poi Starobilsk. Qui le forze russe sono presenti in buon numero al confine con area da loro controllata, ma se gli ucraini sfondassero, ad est troverebbero il vuoto e potrebbero dilagare per decine di chilometri fino a Starobilsk e Bilokurakyne, per poi piegare verso sud e attaccare dalle spalle Lysychansk e Sievierodonetsk. Questo obbligherebbe i russi a ritirare le forze da Dvorichna a Kreminna per cercare di tamponare l’avanzata e impiegare qui anche forze della riserva.
Ipotesi alternativa, un attacco a sud o a nord di Bakhmut (ma qui ci sono più forze russe). Solo a questo punto, se sfonderanno, gli ucraini, con i russi impegnati a frenare l’avanzata a nord, potrebbero attaccare a sud, ad esempio ad est di Ugledar, verso Volnovaka e poi Mariupol, terreno piatto che offre ampi spazi di manovra a brigate corazzate o a sud di Hulyapole, verso Polohy e poi Berdiansk. Oppure potrebbero di attraversare il Dnepr a nord di Kherson. I veri piani li conoscono solo gli ucraini e gli americani. Tra qualche giorno sapremo. Ma l’avanzata (e le prevedibili controffensive) sarà un processo lungo, che proseguirà per tutta l’estate. Solo allora si potrà fare un bilancio.