Martedì 22 Aprile 2025
MARTA FEDERICA OTTAVIANI
Esteri

Ucraina come Berlino nel 1945: "Ovest agli europei, Est ai russi"

L’inviato americano Kellogg al Time: le regioni centrali restano a Kiev. Poi la frenata: "Travisate le mie parole"

Un soldato russo issa una bandiera sovietica sul palazzo del Reichstag a Berlino nel 1945

Un soldato russo issa una bandiera sovietica sul palazzo del Reichstag a Berlino nel 1945

di Marta OttavianiROMAL’Ucraina come la Germania nazista. A dirlo, questa volta, non è la propaganda russa, ma l’inviato della Casa Bianca, il generale Keith Kellogg, che in un’intervista esclusiva al Times ha suggerito che il Paese invaso potrebbe essere diviso in settori, come Berlino dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Un paragone azzardato, soprattutto per un motivo: l’Ucraina, a differenza della Germania nazista, non è il Paese invasore, ma quello invaso. "Si potrebbe arrivare a una soluzione che somigli a quella per Berlino dopo la Seconda guerra mondiale, con una zona russa, una zona francese e una britannica", ha spiegato Kellogg, di cui non si avevano notizie da qualche settimana, anche a causa dell’iperattivismo di Steve Witkoff, che ieri ha incontrato il presidente russo, Vladimir Putin.

Il generale ha smentito, dichiarando: "L’articolo del Times travisa ciò che ho detto. Nelle discussioni sulla spartizione, mi riferivo ad aree o zone di responsabilità di una forza alleata, senza truppe statunitensi. Non mi riferivo a una spartizione dell’Ucraina". Ma la sua uscita rappresenta un rientro in scena esplosivo, più per le polemiche che ha sollevato che per la sua reale fattibilità. L’Ucraina, per il momento, non ha commentato, preferendo il silenzio in un momento in cui i negoziati sono evidentemente in fase di stallo e, fra i punti più controversi, c’è proprio la cessione di una parte del territorio alla Russia.

Secondo l’idea di Kellogg, le due potenze europee che avrebbero un’azione diretta sarebbero la Francia e il Regno Unito, a capo della Coalizione dei Volenterosi, con un appoggio esterno da parte degli Stati Uniti, che però non parteciperebbero con uno sforzo diretto sul terreno.

In mezzo ci sarebbe una zona cuscinetto demilitarizzata, in modo che la Russia non si senta minacciata, e infine i territori conquistati da Mosca resterebbero definitivamente sotto il controllo del Cremlino. La soluzione proposta dall’inviato statunitense sarebbe particolarmente interessante per il Paese invasore, poiché l’Ucraina si troverebbe di fatto sconfitta e con una parte del suo territorio ufficialmente ceduta.

Eppure, nonostante condizioni apertamente favorevoli, la Russia si lamenta. Secondo Rodion Miroshnik, diplomatico del Ministero degli Esteri russo, la presenza di soldati stranieri sul territorio di Kiev equivarrebbe a un’occupazione, rappresentando quindi un serio motivo di preoccupazione e un potenziale nuovo livello di escalation. Witkoff, ancora due giorni fa, ha affermato che la soluzione migliore sarebbe quella di concedere a Mosca le quattro regioni orientali. E ieri sono arrivate anche le parole di Donald Trump, secondo il quale il presidente russo dovrebbe "darsi una mossa", altrimenti il Paese rischia l’assegnazione di sanzioni molto pesanti, che potrebbero compromettere seriamente l’economia nazionale.