Giovedì 21 Novembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Ucraina, riconosce il volto del papà nel viale dei soldati caduti: il bimbo abbraccia la foto

Il video che spacca i cuori. Oleksii è deceduto nel 2022: aveva 38 anni, difendeva Mariupol dagli invasori. La vedova porta il figlio nel parco delle rimembranze allestito dal governo

Kiev, 1 agosto 2023 – Un bambino abbraccia il padre. Solo che il padre è un’immagine appesa a un’intelaiatura di tubi, nel metallico parco delle rimembranze allestito dalle autorità di Kiev perché ogni eroe riceva gloria e attenzione. Il video che spacca i cuori, moltiplica i clic e si propaga in rete con viralità da lacrimoni è quello dell’incontro al tempo stesso virtuale e fisico tra un papà e il suo bambino. Anzi, tra un bambino e il suo Tato (come vocabolario comanda). Il filmato dura appena 37 secondi ma nella sua semplicità racconta una storia molto più intensa. Sull’insensatezza della guerra iniziata da Mosca – senza mai essere dichiarata – il 24 febbraio 2022. Sulla tragedia piombata addosso a milioni di famiglie ucraine smembrate o sfollate. Sullo sforzo titanico e condiviso dall’intera nazione di non dimenticare i propri caduti.

Il bimbo davanti al manifesto del padre, morto in battaglia
Il bimbo davanti al manifesto del padre, morto in battaglia

“Dov’è Tato?”, chiede la mamma al figlio inquadrato da uno smartphone lungo i viali degli eroi. Corsie di cubi: ogni cubo dodici tubi da impalcatura per sostenere un’immagine per lato. Quattro tele quadrate della stessa misura. Sormontate al centro dalla bandiera nazionale. Il piccolo in pantaloncini corti, sandali e cappellino stringe la mano destra della mamma. A una decina di metri dal cubo che immortala Tato, parte lo scatto. Il sonoro del ritrovamento accompagna quell’immagine che si avvicina, secondo dopo secondo, messa a fuoco dal protagonista sgambettando di corsa e muovendo le braccia come alette. Figlio e padre adesso sono uno di fronte all’altro, ciascuno nella sua dimensione. Si guardano negli occhi. Il piccolo tocca quella tela. E il papà sembra rispondere con un sorriso appena accennato sotto il cappellino con le insegne del Battaglione Azov. Mentre i passanti camminano, ignari del ricongiungimento familiare in corso, il bambino si gira verso la mamma e poi ritorna vis-à-vis col padre, mentre una musica trascinante (sconosciuta a Shazam) scandisce ogni frame aggiungendo altro pathos.

Soggetti e prospettiva qualificano una storia simbolo. Il Tato abbracciato dal figlio nel viale degli eroi è Oleksii Yanin, morto a 38 anni nella difesa di Mariupol, la notte tra il 6 e il 7 aprile 2022. Campione ucraino di kickboxing e campione mondiale di Muai Thai (la boxe thailandese). Una delle tante celebrità sportive consegnate al campo di battaglia. Prima nell’esercito regolare in Donbass (dal 2014). Poi con lo stemma del Battaglione Azov nel teatro peggiore: Mariupol, la città devastata dall’artiglieria di Mosca, fino alla resa finale dell’acciaieria Azovstal, il kombinat metallurgico assediato dai russi e finito il 20 maggio 2022 nelle mani degli invasori. Resistenza, caduta e mito.

Ma è soltanto il Tato, il proprio Tato, la figura che il bambino sfiora – indicandolo alla mamma Tamara –, non l’eroe in mimetica steso dall’avanzata nemica. E tanto meno il combattente oggi celebrato (come inevitabile) da una narrativa trasversale che attraversa l’intera società ucraina. Non a caso il video sale agli onori della rete per merito di un professore universitario negli Stati Uniti. “Questo è il prezzo dell’invasione russa in Ucraina”, scrive Roman Sheremeta, economista ucraino-americano e docente alla Case Western Reserve University di Cleveland. Osservazione che riporta il focus non sulle tombe curate ma sulle case distrutte e sulle famiglie spezzate. Sulle vite di chi dovrà convivere per sempre con traumi e ricordi.

I più piccoli restano i più esposti: a parte i duemila tra morti, mutilati e feriti dalle bombe di Mosca, ogni singolo istante della generazione più fragile appare corrotto dal conflitto. Le stime Unicef sono agghiaccianti: 1,5 milioni di giovani (su 7,8 milioni di minori) è a rischio di depressione, ansia, disordini da stress post traumatico con effetti potenzialmente a lungo termine. Anche se nessun video forse riuscirà a raccontarlo, con la forza speciale che ci vorrebbe.