Mercoledì 19 Febbraio 2025
PATRICK COLGAN
Esteri

Ucraina, l’ambasciatore Sequi: “Garanzie della pace come sfida cruciale”

L’ex diplomatico: “Europa messa alle strette da Trump, ma giocherà un ruolo”. Pechino e Bruxelles si mandano messaggi: alla Cina interessa esportare

Roma, 17 febbraio 2025 – “Il messaggio di Trump è che se l’Europa si vuole sedere al tavolo, se lo deve meritare”. È la lettura di Ettore Sequi, ex ambasciatore d’Italia in Cina e segretario generale del Ministero degli Affari esteri del Governo Draghi.

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Un carro armato ucraino nella regione di Kharkiv

Ambasciatore, gli Usa hanno tagliato fuori l’Europa dai negoziati con l’Ucraina. È in corso una ridefinizione dei rapporti?

“Il celebre libro di Fukuyama sulla Fine della storia diceva sostanzialmente che con il crollo dell’Urss, la democraziona liberale si affermava, in sintesi, come ultimo stadio dell’voluzione politica. Diciamo che il discorso di Vance a Parigi ha segnato la fine... della fine della storia. C’è tra l’altro un atteggiamento revisionista sia sul lato politico che su quello economico, per esempio con i dazi. Gli Stati Uniti stanno picconando un sistema che loro stessi hanno contribuito a plasmare”.

L’America fa sul serio?

“Vedo una costante nelle prime mosse dell’amministrazione Trump: colpire e alzare la posta per ottenere poi dei risultati. Lo abbiamo visto per esempio con i dazi minacciati a Messico e Canada. Trump ha subito ottenuto quello che voleva. E lo abbiamo visto per esempio con il piano per Gaza che ha creato grande sconcerto nei Paesi arabi. Con quale risultato? Che ora c’è un piano alternativo in preparazione da parte di Egitto, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati che serve a creare un’alternativa alla proposta dirompente di Trump”.

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L'ambasciatore Ettore Sequi

La stessa lettura si può fare per quanto riguarda i rapporti con l’Europa?

“Un risultato dell’atteggiamento nei confronti dell’Europa è che è stato convocato questo mini vertice a Parigi per discutere di sicurezza europea. E si è tornato a discutere di spese per la difesa, con la possibilità di scorporarle dal patto di stabilità. Quindi direi che non è escluso che l’Europa si possa sedere su una sedia o forse su uno strapuntino nelle trattative di pace per l’Ucraina, certamente dal punto di vista di Trump se lo deve meritare”.

È un preludio a un allontanamento degli Usa dall’Europa?

“Il tema serio è quello di una possibile separazione tra la sicurezza degli Stati Uniti e quella europea, una cosa fra l’altro a cui Putin aspirava da tempo”.

Si va verso un indebolimento della deterrenza atlantica?

“La domanda che bisognerebbe fare oggi agli americani è se il famoso articolo 5 (quello che impegna gli alleati a intervenire nel caso di un attacco a uno di loro, ndr) è sempre il punto di riferimento della nostra alleanza. Se uno Stato Europeo venisse attaccato, gli Americani interverrebbero per difenderlo?”.

L’eventuale Pace sarà stabile?

“Un tema fondamentale del negoziato sarà quello delle garanzie di sicurezza. E anche qui l’Europa potrà giocare un ruolo, in special modo, se gli Stati Uniti non intendono inviare soldati per una forza di peacekeeping. Sarà inoltre certamente compito dell’Ue ricostruire l’Ucraina”.

Lei è stato ambasciatore in Cina. Che ruolo sta giocando in questa partita?

“C’è un punto molto interessante, notato da pochi. Vedo segnali di corteggiamento reciproco fra Cina ed Europa. Il ministro degli esteri cinese Wang Yi si è espresso a Monaco per un ruolo dell’Europa nei negoziati, cosa che certamente non fa piacere a Putin, nostante la relazione speciale fra Cina e Russia. Il punto è che la Cina è per la sua struttura economica, con una domanda interna scarsa, vincolata alle esportazioni e per questo è preoccupata da un sistema economico mondiale che non favorisca il libero commercio. In questo momento c’è anche un riscaldamento delle relazioni con l’India, con cui i rapporti sono stati in passato molto tesi, e con il Giappone che può essere letto in questo senso”.