Domenica 1 Dicembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Esteri

Ucciso il poeta con l’elmetto . I cento artisti morti sul fronte ucraino

L’ultima vittima è lo scrittore Herasymovych: aveva cinquantasei anni e combatteva nel Donetsk. Da Ungaretti a Hemingway, l’epopea dei letterati che impugnano le armi per difendere il loro Paese.

Ucciso il poeta con l’elmetto . I cento artisti morti sul fronte ucraino

L’ultima vittima è lo scrittore Herasymovych: aveva cinquantasei anni e combatteva nel Donetsk. Da Ungaretti a Hemingway, l’epopea dei letterati che impugnano le armi per difendere il loro Paese.

Sono quelli che la guerra non la vogliono e non la sanno fare. Quelli che potrebbero delegare il dissenso a Bob Dylan: "Voi armate i grilletti perché altri sparino, poi vi sedete a guardare il conto dei morti farsi più alto. Vi nascondete nei vostri palazzi mentre il sangue dei giovani fluisce dai loro corpi ed è sepolto nel fango. Voi avete sparso la paura peggiore che si possa avere, la paura di mettere figli al mondo" (Masters of War, 1963). Invece vanno, muoiono e dal fango si fanno seppellire. Sono gli artisti-soldati ucraini, se l’ossimoro regge. Dal 2022 ne sono stati uccisi più di un centinaio. L’ultimo a cadere in battaglia, il 25 novembre, a pochi giorni dal suo 57esimo compleanno, è stato Myroslav Herasymovych, che combatteva nel Donetsk.

Poeta, scrittore, sceneggiatore. Anche lui alla ricerca di una risposta nel vento come la collega Victoria Amelina e i tanti che anziché teorizzare la pace in un salotto parigino hanno sposato la causa della difesa armata lasciandoci la pelle. Come ricorda Il Post, Taras Topolia, cantante del popolare gruppo ucraino Antytila che qualcuno avrà visto ospite al Festival di Sanremo del 2023, ha salutato tutti la mattina del 24 febbraio dell’anno prima, è salito in moto e ha guidato fino alla base della sua unità militare. Prima di pranzo era già in uniforme insieme al chitarrista della band, Dmytro Zholud a servire come paramedico. "La paura è una cosa potente, può rendere il tuo cuore oscuro".

È il punto di vista del soldato cantato da Bruce Springsteen (Devils &Dust). Ma a volte il cuore del poeta-soldato impara a respirare in chiarezza. C’è chi fa da solo e chi prende parte a iniziative collettive come Cultural forces, che organizza concerti e letture di poesie per i militari al fronte.

Pen Ukraine è una ong di scrittori che porta giornalisti da tutto il mondo sui luoghi dei crimini dell’esercito russo. E ancora: Topolia e gli Antytila sono tra i protagonisti di Culture vs war, un progetto che racconta attraverso una serie di documentari storie di artisti in prima linea. Perché la guerra fa schifo ma l’attenzione va tenuta alta, perché non vinca la stanchezza. Racconta Vlada Liberov, fotografa di guerra come il marito Kostantyn: "All’inizio ci illudevamo, cercavamo di scattare la foto capace di mettere fine al conflitto, ma quest’immagine non esiste". Eppure, se esiste il talento, vale la pena continuare a cercare.

Anche i poeti italiani si fecero cronisti di guerra. Ungaretti, Rebora, Saba, Montale, Quasimodo hanno fatto la loro parte e l’abbiamo imparata a memoria ("Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro…"). Ma è dal fondo del tempo che l’artista indirizza l’ispirazione sull’umana compulsione a non stare in pace. Omero è poeta di guerra che canta con imparzialità le gesta di Ettore e Achille. Virgilio consegna con Enea la figura dell’eroe che combatte per un ideale. C’è la guerra santa glorificata nel medioevo dalle Chansons de geste, poi con l’800 lo sguardo si piega sugli oppressi e fa appello alla fratellanza (Walter Scott e Alessandro Manzoni).

A un Marinetti che esalta la guerra come "igiene del mondo", il Novecento oppone la disillusione della vita in trincea dei War Poets. Hemingway fa esperienza diretta come autista d’ambulanza sul fronte italiano, viene ferito nel 1918 e capisce che non è una faccenda semplice: "Questo si faceva. Si moriva. Non si sapeva di cosa si trattasse. Non si aveva mai il tempo di imparare".