Mercoledì 26 Marzo 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Turchia Oltre 1.100 arresti. Maxi repressione per le proteste . Fermati anche nove giornalisti. Quasi 15 milioni di voti alle primarie incoronano il sindaco di Istanbul arrestato. Erdogan commenta il trionfo del rivale arrestato: una farsa delle opposizioni

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, lo ha bloccato come un colpo di teatro. Ma intanto domenica ben 15 milioni...

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, lo ha bloccato come un colpo di teatro. Ma intanto domenica ben 15 milioni...

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, lo ha bloccato come un colpo di teatro. Ma intanto domenica ben 15 milioni...

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, lo ha bloccato come un colpo di teatro. Ma intanto domenica ben 15 milioni di persone sono andate simbolicamente a votare l’ex sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, per incoronarlo sfidante del Sultano alle prossime elezioni presidenziali, previste nel 2028. Il problema è che l’ex primo cittadino della megalopoli sul Bosforo, per quella data, rischia di essere in galera.

Il leader dell’opposizione, due giorni fa, è stato arrestato dopo 4 giorni di fermo. L’accusa di favoreggiamento di organizzazione terroristica è decaduta, quella per corruzione, però, rimane. Manca solo la data di inizio del processo, dove la sentenza sembra già scritta. "Hanno tenuto un’elezione dove i voti sono stati dati pubblicamente ma sono stati contati in modo segreto – ha tuonato Erdogan – ha detto il leader turco. Quando calerà il sipario il loro spettacolo sarà finito". Non però per le migliaia di persone che stanno continuando a scendere in piazza, nonostante i divieti della prefettura di Instanbul, che ha proibito proteste di qualsiasi tipo fino a giovedì. Secondo il ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, le persone arrestate in quattro giorni sono state 1.133. A finire in custodia ci sono anche i giornalisti. Nove reporter turchi che avevano documentato le proteste a Istanbul, tra cui il fotografo Yasin Akgul di Afp, sono stati raggiunti nelle proprie abitazioni all’alba dalle forze dell’ordine che li hanno portati in caserma, scatenando una reazione da parte del sindacato della stampa. Domani la prefettura dovrebbe fare sapere quando si terranno le elezioni per sostituire Imamoglu. Con lui sono state arrestare altre 51 persone, figure chiave nel Chp e dirigenti locali, fondamentali per mandare avanti la macchina della burocrazia comunale.

Le manifestazioni sono riprese con forza ieri, anche se la zona del Comune di Istanbul, non lontano da quella turistica, è sempre più presidiata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. La Turchia che sta con Imamoglu è idealmente capeggiata dalla moglie del leader detenuto, Dilek, che tutte le sere si rivolge alla folla chiedendo loro di non mollare. "La mia famiglia sta passando giorni terribili – ha detto –. Ma sapete che vi dico? Ribellatevi e la vittoria sarà nostra". Per il momento il presidente non solo tira dritto, ha anche definito chi manifesta "terroristi di strada". Nei prossimi giorni ci potrebbero essere altre novità. La prefettura di Ankara ha dato mandato alla magistratura di indagare sull’amministrazione della capitale. Sotto la lente di ingrandimento ci sarebbero alcuni illeciti commessi nell’organizzazione di eventi culturali e concerti.

Il sindaco della capitale Mansur Yavas, non ha la stessa visibilità di Imamoglu, ma è considerato un politico molto carismatico e di lunga esperienza. Il braccio di ferro fra Erdogan e quella parte di Turchia che non lo vuole più vedere rischia di andare avanti per settimane, nella sostanziale indifferenza internazionale. Oggi il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, sarà a Washington per parlare con il segretario di Stato, Marco Rubio. Erdogan ha irritato Trump più volte durante il suo primo mandato. Ma la Turchia è un partner importante per la situazione in Siria e nel conflitto fra Russia e Ucraina. Quindi, per quanto poco gradito, è meglio se il Sultano rimane seduto sul suo trono.