Mercoledì 31 Luglio 2024

Chi ha ucciso Tupac Shakur? Arrestato il killer, la svolta dopo quasi trent’anni

Il rapper 25enne morì a Las Vegas nel 1996 al culmine degli scontri tra gang rivali. Il presunto assassino, 60 anni, ha ammesso che si trovava sull’auto da cui partirono i colpi

Tupac Shakur

Tupac Shakur

C’è una svolta nel cold case più celebre della storia dell’hip hop: 27 anni dopo l’omicidio del rapper Tupac Shakur la polizia di Las Vegas ha arrestato un uomo con l’accusa di aver sparato al cantante il 6 settembre 1996. Tupac era morto sei giorni dopo in ospedale, in seguito ai colpi ricevuti. Aveva 25 anni ed era al culmine del successo.

Duane Keith “Keefe D“ Davis, di 60 anni, è stato arrestato mentre passeggiava vicino a casa. Uno dei pubblici ministeri che lavorano sul caso, Marc DiGiacomo, ha dichiarato che la procura aspettava "da diversi mesi" che il giudice spiccasse il mandato d’arresto. Secondo DiGiacomo, Davis è stato il "basista" presente sul posto della sparatoria e anche colui che "ha ordinato la morte" di Shakur.

Il 6 settembre 1996 Tupac – nato come Lesane Parish Crooks nel 1971, ma ribattezzato l’anno dopo in onore del rivoluzionario peruviano Túpac Amaru II – era a Las Vegas per assistere a un incontro di pugilato tra Mike Tyson e Bruce Seldon. Attorno alle 23, il gruppo che lo accompagnava salì su una decina di macchine con l’intenzione di raggiungere una discoteca. Il cantante era a bordo di una Bmw nera guidata da Marion ‘Suge’ Knight, proprietario della Death Row Records, l’etichetta discografica di Los Angeles punto di riferimento per l’hip hop della West Coast nella faida di quegli anni con la East Coast. Mentre erano fermi a un semaforo, una Cadillac bianca si accostò all’auto su cui viaggiava Tupac e qualcuno dall’interno cominciò a sparare, colpendolo con quattro proiettili. Davis è l’unico testimone dei fatti ancora vivo. Lui stesso ha ammesso che era a bordo della Cadillac nel suo libro di memorie del 2019, Compton Street Legend , che di fatto ha riaperto il caso. Davis ha detto che era seduto davanti e di aver fatto scivolare una pistola sul sedile posteriore, da dove partirono i colpi. Lì era seduto suo nipote Orlando Anderson, noto rivale di Shakur, con cui si era azzuffato poco prima a un casinò. Anderson è poi stato ucciso nel 1998 e nessuno è mai stato arrestato per l’omicidio di Tupac, fino a ieri. Secondo DiGiacomo fu proprio Davis ad avere l’idea di vendicarsi dopo la rissa. Il giudice ha negato la cauzione all’arrestato. "Si dice spesso che la giustizia ritardata è giustizia negata – ha dichiarato il pm Steve Wolfson –. In questo caso, la giustizia è stata ritardata, ma non verrà negata".

Prima della sua tragica morte, Tupac Shakur era già stato coinvolto in altri scontri. Nell’ottobre 1993 sparò a due poliziotti fuori servizio che stavano importunando un uomo di colore in strada. Le accuse furono poi ritirate quando emerse che i due uomini erano ubriachi, drogati e in possesso di armi illegali. La notte del 30 novembre 1994, invece, il rapper fu vittima di un agguato: alcuni uomini gli spararono cinque volte durante un apparente tentativo di rapina presso i Quad Recording Studios di Manhattan. Tupac sopravvisse ai proiettili e nel giro di 24 ore abbandonò l’ospedale dov’era stato ricoverato, contro il parere dei medici. L’attacco era avvenuto poco prima di un verdetto in tribunale su accuse di violenza sessuale per fatti risalenti al 1993: il rapper lasciò l’ospedale in sedia a rotelle proprio per assistere al verdetto. Nel febbraio 1995 Tupac fu condannato dalla Corte d’appello di New York a 4 anni e mezzo per abusi ai danni di una fan. Fu rilasciato poi nell’ottobre dello stesso anno dopo che il manager Suge Knight pagò una super cauzione da 1,4 milioni di dollari.