Venerdì 15 Novembre 2024

Chi è Tulsi Gabbard, la fedelissima di Trump alla guida dell’intelligence. E quelle sue dichiarazioni filorusse

Ex democratica, ora fedelissima di Trump, Gabbard sarà direttrice dell’intelligenze nazionale. Un segnale del cabio di direzione sulla politica estera che potrebbe mettere in atto la prossim amministrazione

Roma, 15 novembre 2024 – Le nomine della squadra di governo di Donald Trump continuano e continuano ad essere controverse. Tra i suoi fedelissimi, il tycoon ha scelto Tulsi Gabbard come direttrice dell’intelligence nazionale. Ex deputata democratica delle Hawaii, ha cambiato casacca negli ultimi anni, divenendo una strenua sostenitrice di The Donald e una figura di spicco nei media conservatori. 

Le posizioni più controverse e problematiche di Gabbard riguardano la Russia e il conflitto in Ucraina. Fin dall’inizio della guerra, l’ex democratica ha commentato su suoi profili social l’andamento delle operazioni militari, dimostrando ammirazione per il presidente russo Vladimir Putin e sostenendo le posizioni di Mosca. Il tutto condito da disinformazione e teorie del complotto.

L'ex deputata Tulsi Gabbard (Afp)
L'ex deputata Tulsi Gabbard (Afp)

Il giorno dell’invasione – come riporta il Washington Post – Gabbard scrive sull’allora Twitter che la guerra si sarebbe potuta evitare se l'amministrazione Biden e i suoi alleati avessero riconosciuto “le legittime preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza riguardo all'adesione dell'Ucraina alla NATO”. Il mese successivo denuncia la presunta presenza in Ucraina di “biolaboratori finanziati dagli Stati Uniti che, se violati, rilascerebbero e diffonderebbero agenti patogeni mortali”, riprendendo una teoria diffusa sui social che i funzionari statunitensi hanno fortemente negato. 

Ma le simpatie di Gabbard non si fermano allo zar: la repubblicana si è più volte esposta in favore del regime del presidente siriano Bashar al Assad, filo-russo. Nel 2017 andò in visita in Siria e al suo ritorno dichiarò: “Lasciamo che sia il popolo siriano a decidere sul suo futuro, non gli Stati Uniti o qualche altro paese straniero”. Nel 2019 le venne chiesto se Assad fosse un criminale di guerra. Gabbard rispose di no.

Le idee portate avanti dalla futura direttrice dell’intelligence rispecchiano sicuramente quelle del Cremlino e persino la televisione di Stato russa ha notato le somiglianze: Vladimir Solovyov, giornalista e fedelissimo di Putin, l’ha definita nel 2022 “la nostra ragazza”

Secondo il Washington Post, la sua nomina rappresenta un segnale da parte di Trump e del suo staff, che non possono essere all’oscuro di tutte le polemiche che circondano l’ex deputata. Un segnale che indicherebbe un cambiamento di direzione della politica estera statunitense: Gabbard e Trump sono sicuramente allineati sullo scetticismo riguardo mantenimento del sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina