Parigi, 27 febbraio 2024 - Un’altra linea rossa è stata varcata sulla guerra in Ucraina, almeno a parole. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha detto ieri sera al termine della Conferenza di Parigi sull'Ucraina che l'invio di truppe occidentali in futuro non può “essere escluso”. E ha sottolineato: “Faremo tutto quello che c'è da fare affinché la Russia non possa vincere questa guerra” e quindi “per raggiungere quest'obiettivo, tutto è possibile” e l'invio di truppe occidentali, in futuro, non può “essere escluso”. E dopo le dirompenti di Macron, anche il primo ministro Gabriel Attal non ha tolto dal tavolo questa opzione, ribadendo: "Non si può escludere niente in una guerra in corso nel cuore dell'Europa". Ma dopo l’altolà degli alleati, arriva la frenata: l'eventuale futura presenza di truppe occidentali “non andrebbe oltre la soglia della belligeranza”, ha detto il ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné.
La prudenza degli alleati
Un funzionario della Casa Bianca ha detto a Reuters, come riporta sul suo sito, che gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina, e che non ci sono nemmeno piani per inviare truppe. “Gli alleati della Nato stanno fornendo un sostegno senza precedenti all'Ucraina. Lo facciamo dal 2014 e lo abbiamo intensificato dopo l'invasione su larga scala” da parte della Russia, “ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”, ha detto all'Associated Press il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Il Regno Unito non ha intenzione di inviare militari in Ucraina, quanto meno non “su vasta scala”, ha precisato oggi il governo di Rishi Sunak. Londra finora ha sempre sostenuto di essersi limitata a mandare in Ucraina istruttori o consiglieri militari, negando qualsiasi coinvolgimento al fronte a dispetto della segnalazione di presenze di “volontari” occidentali fra le truppe di Kiev.
Il possibile invio di truppe – ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani – "è un'idea di Macron” ma “quando si parla di inviare truppe bisogna essere molto prudenti perché non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia, difendiamo” l'Ucraina “e nel mio giudizio personale non sono favorevole ad inviare truppe italiane a combattere in Ucraina”.
L'invio di truppe Nato in Ucraina "non sarebbe nell'interesse” dell'Occidente, afferma il Cremlino, nella sua prima reazione ufficiale. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe “inevitabile” se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina.
Il vertice a Parigi
A due anni dall'invasione russa Macron riunisce una ventina di leader occidentali nella Conferenza dei paesi alleati per il sostegno all'Ucraina e da subito si impegna per la fornitura "di missili e bombe di media e lunga gittata a Kiev”. Nessuna decisione, invece, sulla fornitura dei ‘Rafale’ francesi, i caccia sui quali si discute da mesi ma per i quali Parigi si limita a proseguire ad assicurare una “formazione” agli ucraini. Al termine della lunga riunione, alle presenza del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del ministro degli Esteri britannico David Cameron, del capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez e di altri leader - per l'Italia il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli - Macron ha preso la parola per annunciare che “l'obiettivo da perseguire è evitare che la Russia vinca questa guerra”.
"Molte persone che dicono 'Mai, mai' oggi sono le stesse che dicevano ‘Mai carri armati, mai aerei, mai missili a lungo raggio due anni fa’", ha comunque evidenziato Macron. "Abbiamo l'umiltà di constatare che spesso siamo arrivati in ritardo di sei o dodici mesi. Questo era l'obiettivo del dibattito di questa sera: tutto è possibile se è utile per raggiungere il nostro obiettivo".
"Discussione accesa”
Al vertice comunque l'idea di inviare truppe non ha raccolto entusiasmo, secondo il racconto del presidente della Polonia Andrzej Duda, come riporta RBC-Ucraina citando la radio polacca. “La discussione più accesa - afferma Duda - si è svolta intorno alla questione dell'invio di soldati in Ucraina. E anche qui non c'è stato assolutamente alcun accordo”. Oggi Scholz ha sottolineato che la possibilità di inviare soldati europei o della Nato a combattere in Ucraina non è sul tavolo. Durante una visita a Friburgo, Scholz ha sottolineato che c'è un "consenso" sul fatto che questo principio rimarrà in vigore "in futuro".
L’anticipazione slovacca
Già ieri mattina il premier slovacco Robert Fico aveva anticipato che alcuni Paesi dell'Unione europea e della Nato stavano riflettendo sulla possibilità di inviare le loro forze armate in Ucraina sulla base di accordi bilaterali. Il tema non è più un tabù.
Il pensiero di Macron
La Russia non deve vincere in Ucraina: è il punto di partenza di tutti i ragionamenti di Macron. E in quest'ottica vanno visti i cinque ambiti di azione messi a punto durante la Conferenza di Parigi: difesa informatica, produzione congiunta di armi e munizioni militari in Ucraina, difesa dei paesi direttamente minacciati da offensive russe, come la Moldova, maggiore protezione militare per l’Ucraina al confine con la Bielorussia appoggiata dalla Russia e sminamento dell’Ucraina.
Macron evidenzia che c’è un cambiamento nella posizione della Russia: "Sta cercando di conquistare più territorio e ha gli occhi puntati non solo sull’Ucraina ma anche su molti altri paesi, quindi la Russia rappresenta un pericolo maggiore". Sottolineando che la sconfitta di Mosca è assolutamente essenziale per la pace e la sicurezza in Europa, il presidente francese ha quindi affermato che è necessario che l'Europa passi dalle parole ai fatti affinché vengano prese decisioni chiare per costruire un pilastro di difesa europeo indipendente dall'America. Alla domanda sulla possibilità di continuare a sostenere l’Ucraina nel contesto delle elezioni presidenziali americane di novembre, Macron ha detto che "non si può aspettare l’esito delle elezioni americane per decidere quale sarà il nostro futuro". La questione è chiara: "È in gioco il futuro dell’Europa, quindi spetta agli europei decidere. Se altri vogliono unirsi e aiutare, fantastico, ma questo è solo un ulteriore vantaggio", ha aggiunto.
La fornitura di munizioni è la massima priorità
Allo stato attuale, il 30% di tutti i finanziamenti per l’Ucraina proviene dall`Europa, ha ricordato ancora il presidente francese, ritenendo possibile aumentare l'impegno attraverso ulteriori accordi bilaterali e a livello comunitario in modo che le forniture di munizioni possano essere triplicate nel complesso. La fornitura di munizioni è ora la "massima priorità" e, per il capo dello Stato, i paesi europei hanno margine di manovra sia per aumentare la produzione in Europa, sia per acquistare scorte di munizioni in eccedenza al di fuori dell`Europa da consegnare all’Ucraina, una proposta avanzata in particolare dalla Repubblica ceca.
Obbligazioni di Difesa, sì alla proposta estone
Macron ha quindi ribadito il suo sostegno al piano estone che prevede che l`Unione europea emetta obbligazioni di Difesa per garantire mercati della Difesa a lungo termine per l’industria, una proposta che non ha ancora trovato il favore di Germania o Paesi Bassi, due paesi tradizionalmente contrari all’emissione di debito dell`Ue. "C’è uno choc geopolitico da una parte e questo giustifica ciò che hanno proposto gli estoni", ha commentato.