Lunedì 23 Dicembre 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Trump, telefonata con Putin: "Evita l’escalation in Ucraina". Poi boccia Pompeo e Haley

Il Washington Post: colloquio giovedì scorso. Intanto il tycoon lavora al nuovo governo. Scarta i nomi dell’ex segretario di Stato e dell’ambasciatrice. Si fa largo l’ex rivale Rubio.

Roma, 11 novembre 2024 – Trump è tornato ed è determinato a mantenere tutto quello ha promesso in campagna elettorale. Per farlo ha intenzione di circondarsi di una squadra di fedelissimi, che lo aiuteranno nel suo vasto programma, dall’immigrazione all’inflazione, dall’economia all’aborto. Ma la sua vittoria sta già sortendo i primi effetti a livello internazionale, dall’Ucraina al Medio Oriente fino alla Cop29 sul clima. Giovedì, secondo il Washington Post, c’è stato un colloquio telefonico tra Donald e Vladimir Putin. Il tycoon avrebbe “consigliato” al presidente russo di evitare ulteriori escalation nel quadro della guerra in Ucraina.

L’ex direttore della Cia Mike Pompeo, 60 anni
L’ex direttore della Cia Mike Pompeo, 60 anni

"Siete fuori"

Per il momento non si sa ancora chi Trump deciderà di mettere nei posti chiave. Intanto, però sono arrivati i primi due grandi esclusi: l’ex ambasciatrice, Nicky Haley e l’ex segretario di Stato, Mike Pompeo, non faranno parte della squadra presidenziale. "Non inviterò l’ex ambasciatrice Nikki Haley o l’ex segretario di Stato Mike Pompeo a unirsi all’amministrazione Trump, che è attualmente in formazione. Mi sono molto divertito e ho apprezzato lavorare con loro in passato e vorrei ringraziarli per il loro servizio al nostro Paese". Ha scritto su Truth, non senza un pizzico di sarcasmo.

Il totonomi

Trump è noto per la sua imprevedibilità, quindi anche per i principali ruoli governativi potrebbero esserci delle sorprese. Fra i nomi comparsi sulla stampa ci sono quelli di Ric Grenell, ex ambasciatore in Germania che gode della fiducia del tycoon. Alla sicurezza nazionale potrebbe andare Bill Hagerty, il senatore del Tennessee che era stato ambasciatore in Giappone di George W. Bush. È un falco sulla Cina e tiepido sull’invio di armi all’Ucraina. Fra gli ambienti repubblicani circola anche il nome di Marco Rubio per gli Esteri ma potrebbe trattarsi di una mossa di Trump per creare false illusioni nell’ex avversario alle primarie. Sembra invece certo il nominativo del capo dello staff del presidente: Susan Wiles, detta dal presidente in persona "Ice baby". Une delle nomine destinate a fare più discutere potrebbe essere quella di Robert Kennedy Jr., figlio dell’assassinato Bobby Kennedy e nipote di JFK, noto No Vax. Rimane poi il grande interrogativo: quale ruolo sarà ricoperto da Elon Musk, ormai una presenza fissa accanto a Trump.

Stop ai migranti

Uno dei punti ai quali il futuro presidente tiene di più è fermare l’immigrazione illegale, uno dei temi principali della campagna elettorale. Nella prima intervista dopo la sua elezione, rilasciata alla Nbc, Trump ha detto che la deportazione dei migranti irregolari e un confine "solido e forte" sono "in cima alla sua lista". "Non c’è una questione di costi quando persone hanno ucciso, quando signori della droga hanno distrutto paesi. Ora stanno per tornare in quei paesi, non resteranno qui" ha spiegato il tycoon durante l’intervista, accusando indirettamente tutti gli irregolari di essere dei malviventi. Trump ha ricordato come questo tema sia molto sentito dalla popolazione. "Vogliono avere confini, sono favorevoli all’arrivo di persone che però devono venire con amore per il Paese. Devono entrare legalmente" ha chiosato il futuro capo della Casa Bianca.

La guerra dei dazi

Il presidente Trump è noto per le sue posizioni protezioniste. E uno dei primi provvedimenti dopo il 20 gennaio, data in cui si insedierà alla Casa Bianca, sarà sicuramente l’applicazione di dazi alle merci provenienti dall’Ue e dalla Cina. Il provvedimento potrebbe costare all’economia italiana fino a 7 miliardi all’anno. Ad aiutarlo in questa impresa ci potrebbe essere come Segretario al Commercio Robert Lighthizer, rinomato per essere un protezionista, convinto sostenitore dei dazi che ha già ricoperto questa carica nella precedente amministrazione Trump. Anche al Tesoro è previsto un altro ‘falco’. I nomi in lizza sono John Alfred Paulson, l’ex presidente della Sec, o Scott Bessent, ex consigliere economico di Trump.