New York, 10 gennaio 2025 – Donald Trump non andrà in carcere e non dovrà pagare alcuna multa per la vicenda della pornostar Stormy Daniels. Il giudice Juan Merchan ha pronunciato oggi la sentenza di "sospensione incondizionata della pena" per la condanna emessa a suo carico a maggio dell’anno scorso da una giuria di 12 cittadini newyorkesi. La sua fedina penale resterà comunque macchiata, rendendo Trump il primo presidente della storia americana con una condanna penale sulle spalle.
La sospensione incondizionata della pena
Il giudice Juan Merchan ha spiegato che la decisione di non comminare alcuna pena a Donald Trump è stata determinato dal suo imminente ritorno alla Casa Bianca. "Le protezioni garantite all'ufficio del presidente non sono un fattore attenuante. Non riducono la gravità del crimine né ne giustificano in alcun modo la commissione – ha affermato –. Le protezioni sono, tuttavia, un mandato legale che, in base allo stato di diritto, questa corte deve rispettare e seguire. Tuttavia, nonostante la straordinaria ampiezza di tali protezioni, un potere che non forniscono è il quello di cancellare un verdetto della giuria". Il giudice ha quindi pronunciato la "sospensione incondizionata della pena" per tutti i 34 capi d’imputazione, osservando che questa è influenzata dalla recente vittoria elettorale presidenziale. "Le auguro buona fortuna mentre assume il suo secondo mandato in carica", ha quindi concluso il giudice.
Le parole di Trump
"L'evento di oggi è stata una farsa spregevole e, ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito", ha scritto sul social Truth il futuro inquilino della Casa Bianca che ha partecipato all'ultima udienza in videocollegamento, seduto vicino al suo legale Todd Blanche. "La vera giuria, il popolo americano, ha parlato, rieleggendomi con un mandato schiacciante in una delle elezioni più importanti della storia. Come il popolo americano ha potuto constatare, questo 'caso' non aveva nessun crimine, nessun danno, nessuna prova, nessun fatto, nessuna legge, ma solo un giudice altamente conflittuale, un testimone chiave che è stato radiato, caduto in disgrazia, spergiuro seriale e un'interferenza elettorale criminale”, continua il post sottolineando “ripristineremo la fiducia degli americani nel nostro sistema di giustizia, una volta grande".
Già prima della pronuncia del giudice, il tycoon aveva definito il processo a suo carico come “un fallimento del sistema giudiziario di New York”. “Sono innocente, è stata una caccia alle streghe politica per danneggiare la mia reputazione", aveva ribadito ancora una volta.
La decisione della Corte Suprema
Trump aveva preannunciato che avrebbe fatto ricorso anche contro la decisione la Corte Suprema che aveva bocciato (5 voti contro 4) la richiesta avanzata dai sui avvocati di posticipare la lettura della sentenza. "Apprezzo il tempo e lo sforzo della Corte suprema nel cercare di rimediare alla grande ingiustizia che mi è stata fatta… Per il bene e la santità della presidenza, farò appello contro questo caso e sono fiducioso che la giustizia prevarrà", aveva scritto il tycoon sempre su Truth. Nella decisione della maggioranza della Corte Suprema si spiegava che la richiesta di rinvio veniva rigettata perché si tratta di un "processo di una corte statale che deve essere affrontato con il normale corso degli appelli". Ed inoltre si sottolineava che "il peso che la sentenza imporrà sulle responsabilità del presidente eletto è relativamente inconsistente dal momento che il giudice ha espresso l'intenzione di imporre il rilascio incondizionato".
Il processo
Il tycoon è stato condannato per aver pagato 130.000 dollari in nero all’ex pornostar Stormy Daniels per assicurarsi il suo silenzio su una relazione sessuale tra i due, poco prima delle elezioni del novembre 2020. Trump aveva fatto falsificare i documenti della sua organizzazione per nascondere il pagamento.