Sabato 23 Novembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

Trump, dai veleni del caso Comey ai rischi del 'Russiagate'

Tra il presidente e l'Fbi è scontro. L'ombra dell'impeachment per il caso 'russiagate' fa pensare a Nixon. Solo a livello internazionale The Donald vanta dei successi

Donald Trump (Afp)

Donald Trump (Afp)

New York, 12 maggio 2017 - Bugie, paura , complotti, smentite a raffica, molte “verità di comodo”. Un sola soddisfazione: la politica estera, la prima intesa commerciale con la Cina per commercializzare il gas e la carne Usa insieme al pollo cinese e il prossimo debutto in Medio Oriente e in Europa. I sondaggi danno Donald Trump precipitato al 36% dopo essere salito al 41% con il lancio dei missili in Siria. In tanti, anche tra i repubblicani cominciano a chiamarlo “presidente pinocchio”.

Trump sul fronte interno rischia adesso di farsi male da solo dopo aver licenziato in tronco il direttore dell’FBI James Comey “ perché sta facendo un pessimo lavoro e l’FBI è in subbuglio….” Il presidente è stato smentito pubblicamente in Senato dallo stesso reggente dell’FBI che ha parlato di “morale altissimo” e di “grande ammirazione per il lavoro di Comey…”. Il presidente aveva in programma una visita al quartier generale dell’agenzia investigativa federale, ma ha cancellato per paura di venir accolto dai fischi degli agenti. Molti sono pronti a scommettere che Trump se continua di questo passo, rischia di infilarsi a piedi pari in un “russiagate” che, come nel caso di Nixon , potrebbe contenere anche gli estremi per un impeachment proprio adesso o che sembra fissato ai primi di luglio a margine del G20 di Amburgo il suo primo faccia a faccia con Putin.

Il vice presidente Pence e i portavoce della Casa Bianca hanno spiegato il licenziamento di Comey , con le raccomandazioni che Trump ha ricevuto dal ministero della giustizia, ma giovedì sera lo stesso presidente in un’intervista alla NBC ha smentito tutti dicendo “ Avevo già deciso di licenziare Comey indipendentemente dalle raccomandazioni…Il rapporto del ministero della giustizia non ha avuto alcun impatto….”. La situazione è surreale. Le commissioni d’inchiesta di Camera e Senato attivate per stabilire se i russi hanno interferito nel processo elettorale americano continuano e imbarazzare la Casa Bianca e ad emettere mandati di comparizione.

Il presidente che martedì prossimo riceverà il presidente turco Erdogan nello Studio Ovale, cercherà di lasciarsi alle spalle le polemiche interne con la sua prima missione in Arabia Saudita (ci sarà anche il discusso presidente del Sudan del Sud, Omar al-Bashir, al summit), Israele e naturalmente la partecipazione ai summit del G7 a Taormina e della Nato a Bruxelles.

Ma Trump si trova adesso nell’angolo dopo il licenziamento di Comey perché viene accusato dai grandi media come il New York Times,di aver dichiarato pubblicamente il falso nel riferire che l’ex capo dell’FBI gli avrebbe chiesto di cenare alla Casa Bianca il 27 gennaio e di averlo rassicurato per ben 3 volte di “ non essere sotto investigazione…”. Sarebbe stato Trump invece ad invitare Comey e a chiedergli una dichiarazione di “lealtà” mentre il capo dell’FBI avrebbe offerto solo la sua “onestà”. In 6 tweet consecutivi ieri di prima mattina il presidente dopo aver definito nei giorni scorsi il direttore dell’FBI un pallone gonfiato, ha avanzato anche una minaccia dicendo: “spero si renda conto che la nostra conversazione potrebbe essere stata registrata….prima di distribuire le sue notizie alla stampa…” Comey dal momento del licenziamento non ha parlato con nessuno ma ha fatto sapere di non essere minimamente preoccupato dell’esistenza di eventuali registrazioni… Verrà però ascoltato in Senato la settimana prossima come privato cittadino , sotto giuramento, e la sua testimonianza potrebbe risultare devastante per Trump.

dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI