Martedì 11 Marzo 2025
PIERFRANCESCO DE ROBERTIS
Esteri

Le picconate alla Nato. “Trump attacca l’Europa. Ma il suo nemico è la Cina”

Del Pero (Sciences Po): “L’argomento è caro alla destra nazionalista americana”. Motivazioni economiche dietro alle parole di Musk: “Teme interventi della Ue”

Le picconate alla Nato. “Trump attacca l’Europa. Ma il suo nemico è la Cina”

Roma, 11 marzo 2025 – Professor Mario Del Pero, americanista, docente a Sciences Po di Parigi, che idea si è fatto delle ultime uscite di Elon Musk?

“Credo che Musk attacchi l’Europa per motivi economici. Teme che la Ue metta in campo un’alternativa a Starlink, come pure che possa produrre qualche tipo di regolamentazione che avrebbe un impatto importante, per lui negativo, sui suoi affari”.

Musk parla per sé o per Trump?

“Immagino che un certo grado di concerto con Trump lo abbia”.

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Mario del Pero

Colpisce la virulenza antieuropea.

“Come Trump, anche Musk preme sul tema Nato perché l’Europa si faccia carico della propria difesa e permetta agli Usa di liberare risorse per altri scopi. Sono concetti che anche Trump avanza e che in un certo modo avanzavano anche amministrazioni precedenti, certo non con la brutalità messa in campo dall’attuale presidente”.

Da dove nasce questa retorica antieuropea?

“Questa narrazione è un pezzo fondamentale della retorica della destra nazionalista americana, è un pezzo di quella cultura storica. E anche uno dei pezzi fondamemtali del nazionalismo trumpiano è l’antieuropeismo”.

Nel concreto che cosa rimprovera l’America di oggi all’Europa?

“C’è una scelta strategica di fondo che è quella di concentrarsi sugli affari domestici e soprattutto di rivolgere le attenzioni al nemico numero uno degli Usa di adesso ossia la Cina, di cui l’antieuropeismo è una conseguenza”.

Perché?

“Secondo gli americani l’Europa non sta partecipando a disaccoppiare l’economia cinese dalla propria, e ci sono alcuni stati come la Germania che lo fanno meno di altri. Per Trump gli europei non perseguono gli stessi obiettivi economici degli Stati Uniti mentre usano i soldi Usa per garantirsi la sicurezza, per difendere l’Ucraina. Non ultimo gli americani non vedono di buon occhio la guerra che l’Unione europea fa alle big tech”.

Restiamo all’economia. Gli Stati Uniti possono fare a meno dell’Unione europea?

“In un mondo come quello attuale nessuno può fare a meno di nessun altro. Mezzo secolo di globalizzazione ha creato vere e proprie infrastrutture che sono davvero difficilmente modificabili. Europa e Usa sono l’uno per l’altro i partner economici di gran lunga più rilevanti. Gli investimenti esteri diretti da una parte e dall’altra sono quattro volte di più di quelli delle rotte transpacifiche”.

È una crisi senza ritorno?

“Abbiamo avuto altre crisi significative, e ogni volta dicevamo che era senza ritorno. Pensiamo a quella del 2001-2003 tra Usa da una parte e Francia e Germania dall’altra a proposito della guerra in Iraq. Diciamo però che è una crisi senza precedenti”.

Di fronte a un Trump così aggressivo, i dem americani paiono spariti.

“Dal punto di vista strettamente elettorale si trovano in una situazione migliore del passato. Hanno vinto tutte le elezioni tra il 2016 e il 2024, i repubblicani adesso hanno tre soli voti di maggioranza alla Camera mentre otto anni fa ne avevano molti di più, i democratici hanno governatori in Stati fondamentali...”

E allora perché sono così apatici?

“Manca una figura di leader che li unisca, che porti sintesi”.

E invece Trump domina i repubblicani.

“Credo che la maggior parte dei dirigenti del Gop si renda conto della situazione ma in questo momento il Gop è il partito di Trump, il partito Maga. Trump è troppo forte, controlla i media come mai accaduto in passato, una macchina che schiaccia chiunque. E restano allineati”.