Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Nato, Trump minaccia di uscire. Poi ci ripensa. E Macron lo smentisce

Pugno di ferro del presidente Usa, che rivendica di aver ottenuto "33 miliardi in più". Ma per il presidente francese non è vero VIDEO / E i big del mondo guardano la partita

Donald Trump al vertice Nato (Ansa)

Bruxelles, 12 luglio 2018 - Secondo giorno movimentato, al vertice Nato, con il presidente Usa Donald Trump che punta i piedi sulle spese militari degli altri Paesi ("noi spendiamo dal 70% al 90%, e questo non è giusto"), lascia intendere che potrebbe anche uscire dall'alleanza (con una frase sibillina), chiede a gran voce investimenti al 4% del Pil (ora è previsto il 2%, facoltativo) e infine, con un colpo di teatro, fa marcia indietro e dice che gli Usa non usciranno dalla Nato anche perché hanno ottenuto quanto chiedevano e che c'è un investimento di 33 miliardi in più da parte degli alleati per la difesa. Tutto a  posto? Sì, finché il presidente francese Emmanuel Macron non lo smentisce.

LA SMENTITA DI MACRON - "La cifra di 33 miliardi evocata dal presidente Usa corrisponde all'aumento di spesa che è già parte della strategia" per centrare il target del 2% del Pil, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron sottolineando che "tutti si sono impegnati sulla traiettoria" già concordata. "Trump ha riaffermato il suo impegno nella Nato e penso che sia una buona cosa", ha proseguito. E sottolinea: "Il comunicato è chiaro: riafferma l'impegno del 2% (di spesa per la difesa del Pil) entro il 2024".

In più Macron smentisce anche la ricostruzione del finto addio alla Nato:  Trump non ha mai detto "che gli Stati Uniti potrebbero ritirarsi dalla Nato", sottolinea il presidente francese. Anzi "ha ribadito il proprio impegno... per avere una Nato forte".

IL PREMIER CONTE - "L'Italia ha ereditato degli impegni di spesa per quanto riguarda il contributo alla Nato che noi non abbiamo alterato - dichiara Giuseppe Conte in conferenza stampa -  Quindi non c'è nessuna spesa aggiuntiva". Quanto alla posizione di Trump sui finanziamenti alla Difesa, il premier dà ragione al tycoon: "Il problema posto dal presidente Trump esiste - dice - Nel momento in cui gli Usa dicono che loro contribuiscono alle spese in modo eccessivamente gravoso rispetto agli altri altri Paesi è la realtà. Non possiamo dire che il problema non esiste, anche perché la Nato ha conosciuto un'evoluzione nel corso del tempo". 

All'interno del piano varato in Galles nel 2014, spiega ancora Conte, "non è previsto solo un contributo economico come apporto dei singoli Paesi alle spese di difesa ma anche un contributo come interventi e partecipazioni a missioni. L'Italia partecipa alle missioni che ritiene strategiche e punta a valorizzare questo suo contributo".

Tornando alla posizione di Trump, Conte spiega: "le mie orecchie non hanno ascoltato Trump minacciare l'uscita dalla Nato. Se poi ha fatto dichiarazioni a latere non lo so...".

MINACCIA SIBILLINA - "Io farò per conto mio ('I'll do on my own', ndr)", è stato l'avvertimento che il presidente americano ha pronunciato durante il suo incontro con il presidente ucraino Petro Poroshenko. La frase è stata interpretata da alcuni media tedeschi e belgi come una minaccia di uscita degli Usa dalla Nato. Il presidente americano insiste sulla necessità che gli Stati dell'Alleanza atlantica aumentino le spese per la Difesa al 4% del loro Pil nazionale nonostante l'accordo trovato ieri abbia confermato l'impegno (non vincolante in ogni caso) ad aumentarle al 2%. Subito dopo la minaccia del tycoon è stata convocata una riunione straordinaria ristretta del Consiglio atlantico a cui dovrebbero partecipare i capi di Stato e di governo dei 29 Stati membri dell'Alleanza atlantica

LE SPESE MILITARI - L'obiettivo di Trump sembra in realtà ben lontano: numeri alla mano, il traguardo del 2% del Pil per la spesa militare che i Paesi Nato avevano fissato nel 2014 è ancora molto lontano da raggiungere. E un traguardo del 4%, come ipotizzato ieri da Trump, sarebbe dunque praticamente impossibile. Secondo i dati dell'Alleanza, solo 3 Paesi europei hanno centrato l'obiettivo (Grecia, Estonia e Gran Bretagna), 4 si sono avvicinati (Lettonia, Polonia, Lituania e Romania), mentre per gli altri 21 (Canada compreso) c'è ancora molto da fare. L'Italia è ferma all'1,15%. La tendenza dei partner europei dal 2015 a oggi, tuttavia, è positiva: il budget investito nella difesa in termini di Pil è cresciuto costantemente e nel 2018 toccherà l'1,5%.

TRUMP GENIO STABILE - Viste le fulminee giravolte, una giornalista ha chiesto al tycoon: "Presidente Trump, abbiamo capito il suo messaggio qui in conferenza stampa. Ma poi su Twitter scriverà cose diverse?". "No - ha risposto Trump - queste cose le fanno gli altri. Io no. Io sono molto coerente. Sono un genio molto stabile". E' la  seconda volta che Trump si definisce così: la prima è stata a gennaio, quando aveva difeso la sua salute mentale, messa sotto accusa in un libro appena uscito.

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ATTACCO ALLA GERMANIA - Anche nella seconda giornata del vertice Nato, Trump ha insistito con i toni anti-tedeschi, riprendendo la polemica feroce nei confronti della Germania per i suoi rapporti economici con la Russia, a dimostrazione che le tensioni transatlantiche continuano a peggiorare e a essere ostaggio della Casa Bianca. "La Germania paga alla Russia, Paese dal quale vuole proteggersi, miliardi di dollari per le proprie necessità energetiche provenienti dal nuovo gasdotto: è inaccettabile", ha detto Trump via Twitter all'inizio della mattina.

PUTIN ATTACCA - Le critiche di Trump contro il progetto di gasdotto Nord Stream 2 tra la Russia e la Germania sono una forma di "concorrenza sleale", denuncia il Cremlino: "Consideriamo (gli attacchi) come concorrenza sleale. E' un tentativo di costringere i clienti europei ad acquistare gas più costoso, che può essere fornito loro da altri", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. 

VIDEO / E i big del mondo guardano la partita

ALLARME ECONOMIA UE - Intanto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis lancia l'allarme: "Le crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti possono danneggiare la fiducia e colpire l'espansione economica".  Secondo Dombrovskis  "l'attività' economica nella Ue resta solida". Da parte sua il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha sintetizzato così il rischio Trump sull'economia europea e globale: "Le guerre commerciali non producono vincitori, solo vittime". 

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