Lunedì 3 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Trump, Texas e Arizona mandano l'esercito al confine col Messico

Due Stati hanno risposto al memorandum di Trump sull'invio della Guardia nazionale per frenare l'immigrazione illegale. Il presidente vuole eliminare il 'catch and release' per migranti

Soldati Usa alla frontiera col Messico (Ansa)

Washington, 7 aprile 2018 - Lunedì le prime truppe della Guardia nazionale saranno schierate al confine col Messico.  Il Texas ha annunciato che manderà 250 uomini, l'Arizona 150, per un totale di 400 militari, ancora al di sotto dei 2000-4000 auspicati dal presidente Donald Trump che oggi ha lanciato anche un'altra battaglia contro gli immigrati illegali, in attesa del muro. Il numero uno della Casa Bianca vuole mettere fine al 'catch and release' (ovvero cattura e rilascia), che è la pratica che si usa comunemente con i clandestini, liberati dopo l'arresto in attesa dell'udienza sul loro status. The Donald li vuole dietro le sbarre e ha chiesto una lista dettagliata di tutte le strutture, comprese quelle militari, che potrebbero essere usate a questo fine. La cosa ha naturalmente scatenato le proteste dei difensori dei diritti umani. 

Ma per ora le truppe al confine non vengono inviate da tutti gli stati interessati, infatti il New Mexico al momento resta in silenzio, mentre la democratica California si oppone, come a quasi tutte le politiche di Trump. 

TRUPPE AL CONFINE - Trump ha firmato mercoledì scorso un memorandum ordinando al capo del Pentagono, James Mattis, di sostenere con le sue truppe il dipartimento per la Sicurezza Nazionale per "l'impennata di attività illegale" e ha dichiarato di voler dispiegare al confine tra 2.000 e 4.000 uomini. 

Il segretario alla difesa James Mattis ha reso noto che ha già dato il via libera, con i fondi del Pentagono, a 4000 uomini, spiegando che non avranno funzioni di operatori di legge e "non interagiranno con i migranti o altre persone detenute". La militarizzazione del confine è prevista per ora fino a settembre.  

MESSICO - Il Messico, che non gradisce le accuse di non far nulle contro l'immigrazione illegale, fa sapere tramite il suo presidente Enrique Pena Nieto: "Se le sue recenti dichiarazione sono il risultato della frustrazione dovuta a questioni di politica interna, alle vostre leggi o al vostro Congresso, è ad essi che dovete rivolgervi, non ai messicani". Il presidente messicano ha poi ribadito la volontà di difendere la "dignità", anche perché le elezioni presidenziali di luglio non sono lontane. Infine ha citato  John Fitzgerald Kennedy: "Non avremo mai paura di negoziare, ma non negozieremo per paura".

CATCH AND RELEASE - Ma la polemica più forte in Usa è il tentativo di Trump di mettere fine al 'catch and release'. Il presidente sta usando i suoi poteri esecutivi per eliminare una delle 'scappatoie' che finora il Congresso non ha eliminato, per colpa dei democratici.