Lunedì 10 Febbraio 2025
MARTA FEDERICA OTTAVIANI
Esteri

Trump "Ho sentito Putin"

Negozia la pace e cita la Bibbia "Lo zar vuole che si smetta di morire" .

Negozia la pace e cita la Bibbia "Lo zar vuole che si smetta di morire" .

Negozia la pace e cita la Bibbia "Lo zar vuole che si smetta di morire" .

di Marta Ottaviani

ROMA

La linea telefonica fra la Casa Bianca e il Cremlino è più attiva che mai. In un’intervista rilasciata durante un volo sull’Air Force One al New York Post, un tabloid noto per aver rilanciato più volte teorie complottiste, il presidente americano Donald Trump ha ammesso ciò che molti supponevano: di aver avuto un colloquio telefonico con il presidente Putin.

FILO DIRETTO

Il presidente Trump non ha rinunciato alle provocazioni. "È meglio che non dica quante volte ho parlato con Putin", ha dichiarato, lasciando intendere che i contatti tra i due siano stati numerosi e confermando di essere in buoni rapporti con il numero uno del Cremlino. Non ha però specificato se le conversazioni si siano tenute prima o dopo il suo insediamento alla Casa Bianca. Sono così in confidenza che lo zar gli avrebbe persino confessato di essere stanco di vedere la gente morire. "Tutti quei morti. Giovani, giovani, belli. Sono come i vostri figli, due milioni, e per nessuna ragione", avrebbe detto Putin, che però da mesi non si fa alcun problema a bombardare selvaggiamente i centri abitati e le zone a prevalente presenza civile. Per quanto riguarda la fine del conflitto, Trump è stato piuttosto parco di particolari, ma ha confermato il desiderio di farlo terminare velocemente.

"Come dice la Bibbia, beati i mediatori di pace. Mi auguro che quando tutto finirà, la mia eredità sarà conosciuta come quella di un pacificatore e unificatore", ha fatto scrivere dalla Casa Bianca in un tweet dai toni messianici. Il suo sogno, si dice, è il Nobel per la pace. I due leader hanno sempre avuto rapporti stretti, secondo la magistratura americana persino troppo. Basti pensare che Jared Kushner, genero di Trump e marito della figlia Ivanka, è finito nell’inchiesta sulle interferenze del Cremlino durante la campagna presidenziale del 2016.

MASSIMO RISERBO

Il Cremlino ha scelto di non commentare le dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ieri ha dichiarato all’agenzia di stampa statale Tass di non poter "né confermare né smentire le notizie" di una conversazione tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Prudenza anche da parte dell’amministrazione Usa. Il consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz, durante un’intervista all’emittente Nbc News, ha dichiarato di "non avere intenzione di anticipare il presidente", aggiungendo che ci sono sicuramente "molte conversazioni delicate in corso". Il consigliere ha anche ricordato che la settimana prossima il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, il capo del Pentagono, Pete Hegseth, il vicepresidente americano, JD Vance, e l’inviato speciale Usa per l’Ucraina e la Russia saranno in Europa. Quella sarà la prima occasione per discutere concretamente su come porre fine alla guerra, posto che la vera partita si gioca ai livelli più alti.

BUSINESS IS BUSINESS

Ciò che appare ormai certo è che gli Stati Uniti non continueranno ad aiutare Kiev senza ottenere qualcosa in cambio. Le prime indiscrezioni parlano della possibilità di sfruttare i giacimenti di terre rare ucraini in cambio di 500 milioni di dollari e della garanzia della protezione americana. Rimane però aperta la questione dei territori conquistati dai russi, che rischiano di diventare terre di nessuno, e su chi dovrebbe provvedere al controllo di un’area destinata a rimanere instabile anche dopo la fine del conflitto.

IL RUOLO DELL’EUROPA

L’Unione Europea, però, non ci sta a rimanere in disparte. Fonti di Bruxelles hanno dichiarato ai media che l’Europa "non può essere tagliata fuori" dai negoziati di pace sulla guerra perché "qualsiasi accordo funziona solo con l’Europa".

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, commentando il trasferimento storico delle Repubbliche Baltiche dalla rete elettrica russa a quella europea, è tornata a parlare del nuovo slancio che dovrebbe assumere la difesa comune e dell’indipendenza dalla Russia, soprattutto dal punto di vista energetico. "Il gas russo – ha detto – era fintamente economico. Lo pagavamo in ricatti, minacce e incertezza economica".