Sabato 1 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Trump: “Dazi alla Ue? Assolutamente”. Canada, il ministro delle Finanze: “Risponderemo colpendo Tesla e l’alcol Usa”

Il presidente ha firmato per i dazi del 25% a Canada e Messico e del 10% alla Cina. Poi ha assicurato che prenderà di mira Bruxelles: “Ci hanno trattato malissimo”. Il Canada pronto a colpire i “prodotti degli stati repubblicani”. E la Ue avverte: “C'è molto in gioco per entrambe le parti”

Roma, 1 febbraio 2025 - Dopo Canada, Messico e Cina, Donald Trump valuta di imporre dazi anche alla Ue. Alla domanda di un giornalista nello Studio Ovale il predidente ha detto: "Imporrò dazi all'Ue? Vuole la risposta vera o la risposta politica? Assolutamente. L'Ue ci ha trattato in maniera terribile". Ieri la Casa Bianca aveva annunciato dazi del 25% a Canada e Messico e del 10 % alla Cina. "Non c'è niente che Canada, Messico e Cina possano fare per evitare i dazi", ha confermato la portavoce Karoline Leavitt. Nel mirino finiscono "prodotti farmaceutici e acciaio", e successivamente toccherà a "microchip, petrolio e gas".

US GOVERNMENT
epa11867072 US President Donald Trump sits after signing Doug Burgum's commission as Interior Secretary in the Oval Office of the White House in Washington, DC, USA, 31 January 2025. EPA/YURI GRIPAS / POOL

Trump: “Cina produce fentanyl e Messico e Canada lo fanno entrare negli Usa”

Il tycoon ha ribadito le sue ragioni: "E' una misura economica, abbiamo un deficit commerciale di quasi 200 miliardi con il Canada. Lo stesso accade con il Messico, un deficit da 250 miliardi. Con le passate amministrazioni, per anni dal Messico e dal Canada sono arrivati milioni di criminali. La Cina produce il fentanyl, che entra attraverso il Canada e attraverso il Messico". E allo stesso modo ha detto ai giornalisti che intende "fare qualcosa di sostanziale" anche nei riguardi dell'Unione Europea.

Trump: “Problemi? Americani capiranno”

Comunque Trump ha ammesso che la sua decisione di imporre i dazi a Canada, Messico e Cina e, forse anche all'Unione europea, potrebbe creare "qualche problema a breve termine" agli Stati Uniti. "Ma gli americani capiranno".

Canada, ministro: “Rispondiamo con dazi del 100% su Tesla e alcol Usa”

Messico e Canada stanno già prendendo contro misure, e l'ex vicepremier e ministro delle Finanze canadese, oggi candidata alla leadership del partito liberale, Chrystia Freeland, ha proposto di prendere di mira "i prodotti degli stati repubblicani che hanno votato per Trump e i prodotti realizzati dai suoi amici miliardari, il Canada può esercitare un'inevitabile pressione politica sulla Casa Bianca", quindi in testa alla lista ci sono i veicoli Tesla, di Elon Musk, e l'alcol statunitense. "Dobbiamo essere molto mirati, molto chirurgici, molto precisi", ha detto Freeland. "Il Canada deve minacciare di imporre dazi del 100% su tutti i veicoli Tesla e sul vino, birra e liquori statunitensi se vengono imposte tariffe ingiuste ai canadesi". Concludendo: "Mettiamo alcune carte sul tavolo e dobbiamo essere molto chiari sul fatto che se ci colpiscono, colpiremo anche noi".

Canada, candidato premier: “Così farà crescere inflazione e tassi di interesse”

Anche Mark Carney, favorito premier per il dopo Trudeau, ha detto che "si opporrà a un bullo". Carney, che è l'ex governatore della Banca del Canada e della Banca d'Inghilterra ha detto che le tariffe "danneggeranno la reputazione degli Stati Uniti in tutto il mondo". Ed ha ammonito: "Colpiranno la crescita. Aumenteranno l'inflazione. Aumenteranno i tassi di interesse", ricordando che è la "seconda volta" in meno di un decennio che gli Stati Uniti "hanno di fatto stracciato un accordo commerciale con il loro più stretto partner commerciale".

La Ue avverte: “C'è molto in gioco per entrambe le parti”

Anche la Commissione europea non resterà a guardare Trump che impone dazi, in merito un portavoce della Commissione, ha ribadito quanto già detto dalla presidente Ursula von der Leyen a Davos. La von der Leyen a Davos aveva evidenziato: "Vogliamo una maggiore cooperazione con tutti coloro che sono aperti a essa. E questo include ovviamente i nostri partner più stretti. Penso, ovviamente, agli Stati Uniti d'America. Nessun'altra economia al mondo è integrata come la nostra. Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di americani. E un altro milione di posti di lavoro americani dipende direttamente dal commercio con l'Europa. Intere catene di fornitura si estendono su entrambe le sponde dell'Atlantico. Ad esempio, un aereo americano è costruito con sistemi di controllo e fibre di carbonio provenienti dall'Europa. E i medicinali americani sono realizzati con prodotti chimici e strumenti di laboratorio che provengono dalla nostra parte dell'Atlantico. Allo stesso tempo, l'Europa importa il doppio dei servizi digitali dagli Stati Uniti rispetto all'intera Asia-Pacifico. Di tutti i beni americani all'estero, due terzi sono in Europa. E gli Stati Uniti forniscono oltre il 50% del nostro Gnl. Il volume degli scambi tra noi è di 1,5 trilioni di euro, che rappresentano il 30% del commercio globale. C'è molto in gioco per entrambe le parti. Quindi la nostra prima priorità sarà impegnarci presto, discutere interessi comuni ed essere pronti a negoziare". Aggiungendo: "Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi per proteggere i nostri interessi e sostenere i nostri valori: questo è il modo europeo".