Roma, 1 giugno 2024 – Professor John Harper, storico della Johns Hopkins University, dopo il verdetto che riguarda Trump, i toni dello scontro elettorale in America sono giunti ormai al calor bianco. Sorpreso?
"Per nulla. La linea di Trump fin dall’inizio è quella che è: “Siamo di fronte a un processo truccato e dall’esito deciso a Washington da una cospirazione dei democratici“. E quella di Biden che “nessuno è al di sopra della legge e che Trump è un pericolo per la democrazia“. La mia impressione è che queste argomentazioni e questi toni non facciano poi cambiare posizione a molti elettori. Forse a sorprendere un pò è stata la nettezza del verdetto per tutti i capi di imputazione e l’unanimità della giuria. Ma complessivamente era nelle cose".
Quindi non cambia nulla?
"Non ho detto questo. Può cambiare poco ma quanto basta per modificare il risultato nei cosiddetti battleground states, gli Stati in bilico nei quali l’esito non è scontato, ma dove Trump oggi è davanti, ma di solito di pochi punti. Dobbiamo leggere con attenzione i sondaggi dei prossimi giorni in Stati come Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Georgia, Arizona".
Lei che impressione ha?
"Sospetto che l’esito del processo sul caso Stormy Daniels danneggerà marginalmente Donald Trump. Marginalmente, ma quanto basta. Per Biden sarebbe stato un disastro se fosse andata diversamente. Invece così può guadagnare qualche punto non tanto tra i repubblicani moderati, che magari non andranno a votare per Trump ma in maggioranza non sceglieranno lui, ma piuttosto tra gli indcisi e gli indipendenti. Ricordo un sondaggio, non recentissimo, che indicava chiaramente che un verdetto di questo tipo avrebbe tolto il 7% del voto a Trump. È un numero significativo. Basterebbe meno per fagli perdere molti Stati incerti".
Gli osservatori europei sono sorpresi che Trump sia finito sotto processo per il caso Daniels e non per l’assalto al Congresso.
"Sorprende anche me. Chi pensa così ha assolutamente ragione, è paradossale, ma questo si deve soprattutto al ruolo della Corte Suprema, che è a maggioranza repubblicana e ha rimandato al giudice federale la questione dell’immunità di Trump e ha fatto sì che il processo a Trump per il suoi convolgimento nel cosiddetto assalto al Congresso, sia rinviato a dopo le elezioni di novembre. Il che non è però probabilmente un male per Biden, perchè altrimenti Trump avrebbe gridato ancor più alla persecuzione".
Vede il rischio che Trump finisca in carcere?
"Non credo. Il giudice è democratico e sa che questo sarebbe usato dai repubblicani per accusarlo di essersi reso strumento di un giudizio poltico. Se accadesso sarebbe un boomerang per i democratici. Il processo più importante per Trump non sarà celebrato nelle aule giudiziarie, ma in tv, nel duello del 27 di giugno nel quale vedremo se e come Biden, alla sua età, saprà fronteggiarlo. Biden ha voluto il dibattito molto presto per riguadagnare consenso. Sarà un momento chiave per decidere l’esito delle elezioni. Ma, comunque vada, io non credo al declino americano, sono un ottimista e anche se fosse eletto Trump credo che gli anticorpi del sistema reggerebbero".