Venerdì 21 Febbraio 2025
PIERFRANCESCO DE ROBERTIS
Esteri

L’analisi del politologo Parsi: “Trump teme la concorrenza, per questo vuole limitare l’Ue”

Il quadro: “Il tycoon intende staccare la Russia dalla Cina concedendo l’Ucraina, ma non ce la farà”

Professor Parsi, ieri Trump ha detto che Zelensky è un dittatore mai eletto e un comico mediocre.

“Trump è un gaglioffo”.

Un gaglioffo che vuole arrivare dove?

“Guardi, qui siamo oltre le fake news cui il presidente americano ci ha abituati a tutti i livelli”.

Ma qual è la stretegia americana?

“Trump ha l’ambizione velleitaria di staccare la Russia dalla Cina, concedendo alla Russia l’Ucraina”.

Perché velleitaria?

“Perché la Russia si prenderà l’Ucraina ma poi non si staccherà dalla Cina”.

Colpisce anche molto la crociata contro l’Unione europea.

“Trump vede ormai l’Unione europea come un competitor commerciale. È questo il punto fondamentale. Ecco perché ci vuole limitare. Peraltro Trump sa che mettendo i dazi agli europei, li espone a una fortissima concorrenza cinese”.

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Ma perché umiliare in questo modo Zelensky?

“È una strategia comunicativa che gli serve sul piano interno. Vorrà far credere che ha messo fine alla guerra e attraverso l’acquisizione di un po’ di terre rare cercherà di far digerire l’aumento dei prezzi che vengono dai dazi”.

Trump è stato molto duro anche su Gaza. Ha qualcosa a che fare con il fronte russo?

“Tutto si lega. Lui dà mano libera a Netanyahu, un pregiudicato come lui, per avere il Mediterraneo meridionale pacificato e potersi concentrare su altro. Trump si considera completamente sciolto da qualsiasi vincolo o condizionamento precedente”.

L’Europa rischia di rimanere indietro su tutto.

“L’Unione europea deve prendere atto di questa nuova situazione, e prima lo fa meglio è. Inutile perdere tempo con l’idea che ci possa essere un ravvedimento Usa, il tentativo di fare da ponte o da pontieri o altre cose simili. Trump è questo e durerà altri quattri anni”.

Una zona residenziale a Poltava, in Ucraina, colpita da un attacco missilistico russo lo scorso primo febbraio
Una zona residenziale a Poltava, in Ucraina, colpita da un attacco missilistico russo lo scorso primo febbraio

Che cosa si gioca l’Europa?

“Il proprio futuro. Deve scegliere se vuole un futuro da vassallo o un futuro da protagonista. La palla è nelle nostre mani”.

Ne avremo la forza?

“Se non la troviamo siamo spacciati. Finiremmo nella pattumiera della storia”.

Siamo sempre divisi, titubanti...

“Ma se non ci diamo una mossa adesso, quando a una minaccia esterna da est si aggiunge quella trumpiana, quando ce la diamo?”.

Che cosa dovremmo fare?

“Scorporare le spese militari dal patto di stabilità, andare rapidamente verso gli eurobond, costituire un coordinamento di stati europei della Nato, anche senza gli Usa, coordinarci per gli acquisti militari da altri stati europei”.

Servono iniziative forti alla Macron?

“Bisogna uscire al più presto dalla trappola dell’unanimità, bisogna ingranare una marcia diversa. Il mondo corre e corre veloce”.

E se non tutti i 27 poi seguono?

“Nella Ue ci sono stati come l’Ungheria che sono quinte colonne putiniane. Quindi se poi l’Ungheria non segue gli altri, chi se ne importa. Abbiamo fatto a meno del Regno Unito possiamo stare senza Orban”.

Che cosa si aspetta dal voto tedesco di domenica?

“Nessuno ha la palla di cristallo, ma crediamo che la Germania possa reggere. C’è da augurarsi una grosse coalition, magari in tempi più rapidi rispetto a quelli che in genere impiegano i tedeschi”.

L’Italia come sta affrontando la crisi?

“Con troppi maldipancia. Per dirlo con Marina Berluasconi, la Meloni deve scegliere se stare con i bulli o i bullizzati”.

I maldipancia li hanno anche Lega e 5S.

“Loro sono completamente inaffidabili in politica estera. Lo sappiamo”.

Anche il Pd l’ultima volta a Strasburgo ha votato in tre modi diversi.

“Schlein ha riempito le liste di pacifisti per stringere l’occhio a certi mondi, queste sono le conseguenze. Invece dovrebbe dire qualcosa di decisivo nelle cose che contano”.

Parla molto di liste d’attesa...

“Certo, la sanità è importante. Ma quando hai detto che la sanità va male, che cosa hai risolto?”

Negli ultimi quindici anni la sanità è stata quasi sempre in mano al centrosinistra.

“Appunto”.

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