Domenica 21 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Trump chiama Zelensky: "Metto fine alla guerra". Gli analisti: impossibile negoziare con Putin

Vance spinge addirittura per un disimpegno degli Stati Uniti dal conflitto "Difficile pensare a una soluzione pro Kiev. Servirebbe un accordo più ampio".

Roma, 21 luglio 2024 – Alla convention repubblicana aveva promesso: "Mi basta una telefonata per fermare una guerra, inclusa l’orribile conflitto tra Russia e Ucraina". E Donald Trump una telefonata a Volodymyr Zelensky l’ha fatta davvero l’altro ieri quando in Italia era già notte. "Ho avuto una conversazione molto buona con il presidente dell’Ucraina. Come prossimo presidente – ha affermato Trump sul social Truth – porterò la pace nel mondo e metterò fine alla guerra che è costata molte vite umane e che ha devastato molte famiglie innocenti. Tutte e due le parti si uniranno e negozieranno un accordo che metta fine alla violenza e spiani la strada alla prosperità".

Come arrivare ad un simile ambizioso risultato? Trump ovviamente non lo dice. Zelensky da parte sua gli dà una linea di credito: "Penso che se Donald Trump diventerà presidente, lavoreremo insieme" ha detto in conferenza stampa. Il presidente ucraino ha affermato di aver sottolineato nel colloquio "l’importanza vitale del sostegno bipartisan degli Stati Uniti all’Ucraina" e ha aggiunto che lui e Trump hanno concordato "di discutere in un incontro personale quali passi possono rendere la pace giusta e veramente duratura". "Trump – osserva il portavoce del leader ucraino, Serhiy Nikiforov – ha detto una cosa interessante: ha invitato a non credere che la sua vittoria potrebbe essere vantaggiosa per la Russia. Ha definito questa tesi una fake news e ha esortato a non crederci". Vista la sua storia, non è facile.

Trump chiama Zelensky: "Metto fine alla guerra". Gli analisti: impossibile negoziare con Putin
Trump chiama Zelensky: "Metto fine alla guerra". Gli analisti: impossibile negoziare con Putin

Ma si può ipotizzare quale potrebbe essere una prima base negoziale? "Una base negoziale che non venga rigettata da Kiev – osserva lo storico militare Gastone Breccia, docente all’università di Pavia – è quella di ritornare alle linee pre 24 febbraio 2022, questo è il massimo che Zelensky possa concedere. Poi si discuterebbe del resto. Zelensky non può dare di più, in termini di cessioni territoriali, di una simile base negoziale". "Se lo facesse – prosegue Breccia – Zelensky rischierebbe la sua stessa leadership. Il problema però è che su questa base negoziale, Putin non è disponibile. E quindi non so quali assi nella manica possa avere Trump, ma ad oggi credo che il problema sia Putin".

"Entrambe le parti – osserva il professor Francesco Strazzari della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa – hanno la netta convinzione di poter vincere sul medio periodo, e quindi è molto difficile convincerle ad andare ad un tavolo negoziale. Certo, la scelta di Vance come vicepresidente, viste le sue posizioni sulla necessità di un disimpegno dall’Ucraina, sembrano essere un indicatore che la eventuale base negoziale di Trump non sarebbe tanto favorevole a Kiev".

"L’asset migliore di Trump – prosegue Strazzari – è la sua imprevedibilità. Putin potrebbe assecondare una proposta che congelasse la situazione sul campo, una soluzione alla coreana, cedendo sulla sua richiesta di avere tutte le regioni ucraine da lui annesse alla Russia, magari in cambio di una cancellazione delle sanzioni. Ma una ipotesi simile non sarebbe accettata da Kiev. Trump deve quindi farsi venire qualche idea davvero molto brillante, che allo stato nessuno vede".

"A mio avviso – osserva Germano Dottori di Limes – la soluzione che Trump immagina per l’Ucraina si inserirebbe in uno schema negoziale più ampio, che io definisco Yalta 2. È evidente che verrebbe meno la finzione occidentale del recupero del Donbass e della Crimea, ma la sovranità sul resto dell’Ucraina, non poco, dovrebbe essere riconosciuta da Putin".