Giovedì 9 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Trump mostra la cartina del Canada negli Usa. Trudeau: “Pronti a difenderci”. Scholz: “Inviolabilità confini vale per tutti”

Anche il Costa Rica risponde alle minacce del tycoon sul canale di Panama, mentre sulla questione Groenlandia la portavoce del governo francese denuncia "una forma di imperialismo” e invita i partner europei a “riamarsi”

Roma, 8 gennaio 2025 – Trump, il Canada, la Groenlandia, il canale di Panama, il Golfo del Messico (che diventerebbe golfo d’America). Nelle ultime ore il presidente eletto degli Stati Uniti ha dato fiato a una escalation di dichiarazioni fra conferenze stampa e a post sui social (il suo, Truth, in particolare). Affermazioni nelle quali ha paventato anche la possibilità di “usare l’esercito”. Parole che hanno portato la portavoce del governo francese, Sophie Primas, a denunciare "una forma di imperialismo". "Ora più che mai – ha detto al termine del Consiglio dei ministri –  dobbiamo, insieme con i nostri partner europei, essere coscienti, uscire da una forma di ingenuità, premunirsi, riarmarci". Altrettanto dura la reazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia: "L'inviolabilità dei confini vale per ogni Paese".

Trump e la cartina americana con il Canada

L’ultima in ordine di tempo riguarda una cartina mostrata su Truth. Donald Trump è infatti tornato a insistere sull'annessione del Canada e nella notte ha condiviso una nuova mappa degli Stati Uniti, che incorpora il Canada come suo territorio.

Su Truth Trump ha condiviso una mappa che mostra il Canada come parte degli Stati Uniti e ha scritto: "Oh, Canada!”. In un altro post l'immagine degli Stati Uniti e del Canada ricoperti dalla bandiera americana a stelle e strisce. Ieri il presidente eletto aveva minacciato di usare la “forza economica” per annettere il Canada.

La risposta del Canada

Ma le esternazioni di Trump stanno suscitando un vespaio. ''Non c'è la minima possibilità che il Canada diventi parte degli Stati Uniti''. Così il primo ministro canadese Justin Trudeau (che ha rimesso il suo incarico nei giorni scorsi) ha risposto al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. ''I lavoratori e le comunità di entrambi i nostri Paesi traggono vantaggio dall'essere reciprocamente il più grande partner commerciale e di sicurezza'', ha affermato Trudeau. Il

Canada ''non soccomberà alle minacce di Trump'', gli ha fatto eco il ministro degli Esteri canadese Melanie Joly.  "Non faremo mai marcia indietro di fronte alle minacce", ha dichiarato il capo della diplomazia canadese, affermando che i commenti di Trump dimostrano ''una totale mancanza di comprensione della forza del Canada''.

Trump e il canale di Panama

Anche il Costa Rica ha fatto sentire la sua voce sulla questione Panama.  I deputati dell'Assemblea legislativa del Costa Rica si sono pronunciati contro le minacce del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, di riprendere il controllo del Canale di Panama. La proposta, firmata dai sei legislatori del Frente Amplio, ha ottenuto 29 voti favorevoli e 17 contrari. Oltre a sostenere il presidente panamense Mulino, l'Assemblea ha respinto le “minacce interventiste” di Trump e ha chiesto al ministero degli Esteri di esprimersi in difesa della sovranità del Paese centroamericano.

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Trump e la Groenlandia

Sulla questione Groenlandia ha invece risposto il ministro francese Barrot. “L'Unione Europea non permetterà ad altre nazioni di attaccare i suoi confini sovrani”, ha detto il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, rispondendo a una domanda su Radio France Inter sui commenti del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump sull'acquisizione della Groenlandia. Trump non ha escluso un'azione militare o economica come parte del suo dichiarato desiderio di far sì che gli Stati Uniti prendano il controllo della Groenlandia, così come del Canale di Panama. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha detto di non credere che gli Stati Uniti avrebbero invaso la vasta isola artica che fa parte della Danimarca da oltre 600 anni. "Ovviamente non c'è dubbio che l'Unione Europea non lascerebbe ad altre nazioni del mondo la possibilità di attaccare i suoi confini sovrani, chiunque essi siano", ha detto Barrot. "Siamo un continente forte".

Trump e il Golfo del Messico

Il ministro dell'Economia del Messico, Marcello Ebrard, ha negato che le affermazioni di Donald

Trump sulla modifica del nome del Golfo del Messico possano diventare una realtà, ed ha aggiunto che "tra 30 anni si chiamerà ancora come oggi”. “Ciò che dobbiamo fare è proteggere le relazioni” tra i due Paesi, ha detto Ebrard in una conferenza stampa a Guadalajara. Il trattato tra

Messico, Stati Uniti e Canada (Usmca) è “di grande successo”, è “un risultato della prima amministrazione di Trump” e ci sono elementi per dimostrarlo, ha sottolineato. “Oggi direi che, se potessimo vederci tra 30 anni, il Golfo del Messico si chiamerebbe ancora così, ma non entreremo in questo dibattito”, ha precisato. Secondo il ministro, con l'arrivo del prossimo presidente degli Stati Uniti non ci saranno sorprese, perché il governo messicano ha preparato da mesi una strategia per affrontare i possibili scenari. “Useremo sangue freddo, intelligenza e saggezza messicana”, ha detto, sottolineando che per ora le dichiarazioni di Trump provocano perplessità, ma una volta che diventerà presidente, il 20 gennaio, ci saranno più certezze su ciò che realmente succederà. Ieri il presidente eletto ha affermato la sua intenzione di cambiare il nome al golfo del Messico: “Lo chiameremo golfo d'America, che bel nome!”, ha detto in un intervento a Mar-a-Lago.