Roma, 12 marzo 2025 – Nell’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e il primo ministro irlandese Micheal Martin si è discusso di crisi internazionali, di cooperazione, di economia e… di calzini.
Nel bel mezzo di un discorso sull’inflazione, il presidente Usa ha commentato le calze del suo vice, complimentandosi per la scelta stilistica e suscitando l’ilarità dei presenti. Risate che hanno contribuito a stemperare un clima tutt’altro che disteso.

L’omaggio a Martin e all’Irlanda
La visita di Micheal Martin si colloca in un momento particolare per gli equilibri geopolitici mondiali: tra guerra in Ucraina, violazioni del diritto internazionale in Medio Oriente e battaglia commerciale portata avanti dall’amministrazione Trump, gli Stati Uniti hanno bisogno di rafforzare la loro rete di alleanze. Quella con l’Irlanda rimane particolarmente salda.
L’incontro è stato percepito anche come una celebrazione dei legami storici che uniscono i due paesi. Ed è forse proprio per questo motivo Jd Vance ha deciso di accogliere il primo ministro irlandese indossando dei calzini raffiguranti shamrock verdi, ovvero il trifoglio simbolo dell'Irlanda.
"Mi piacciono i tuoi calzini – ha detto Trump all'improvviso –. Stavo cercando di concentrarmi ma continuo a guardarli." Un momento di distensione e un modo anche per sdrammatizzare, dopo le accuse dirette alle politiche fiscali irlandesi di aver “portato via le aziende americane”. Il vice del presidente ha risposto ai complimenti spiegando di aver scelto i calzini appositamente per l’occasione.
La tensione con Martin
Un siparietto che potrebbe essere servito anche a superare l’imbarazzo percepito nello Studio Ovale con Martin. Stessa location, medesima durezza e uguale imbarazzo. Ecco, magari non la stessa eco planetaria. Ma l’atteggiamento del presidente Usa nei confronti del premier irlandese ha ricordato quanto andato in scena una decina di giorni fa durante la visita di Zelensky a Washington.
Trump ha strapazzato Martin, mettendo in croce la politica fiscale con cui l'Irlanda da qualche anno attira aziende da tutto il mondo. E ancora una volta sono arrivati strali nei confronti dell'Unione europea, "creata per sfruttare" gli Stati Uniti. "Gli irlandesi sono intelligenti, sì, persone intelligenti. E vi siete presi le nostre aziende farmaceutiche e altre società", ha detto Trump a un imbarazzato taoiseach (il capo del governo della Repubblica d’Irlanda), con il vicepresidente JD Vance come sempre accomodato sul divano, ma questa volta silente.
A Dublino hanno introdotto "una tassazione adeguata e l'hanno resa molto, molto buona per le aziende", ha proseguito il tycoon. Così “questa bellissima isola di 5 milioni di abitanti ha l'intera industria farmaceutica statunitense".
Il surplus commerciale dell'Irlanda - che ogni anno esporta negli Stati Uniti beni per 72 miliardi di dollari - è in gran parte dovuto proprio ad aziende farmaceutiche tra cui Pfizer, Boston Scientific e Lilly, secondo dati del Guardian. Ma presto la situazione cambierà, almeno nelle intenzioni di Trump. "Stiamo andando a riprenderci la legittima ‘ricchezza’ degli Usa, ha ammonito il presidente americano, da un Paese che "ci ha sfruttato".
Immancabile l’affondo contro i suoi predecessori. "Gli Stati Uniti non avrebbero dovuto lasciare che accadesse, ma avevamo dei leader stupidi", ha chiosato Trump.